Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      onde scartare que' tali, che mostrano tracce delia infezione: anzi i capitani che li vendono, per deludere simile precauzione, hanno l'arte di usare certi tali rimedj segreti, che valgono a fare sparire temporariamente la deformità del male. Non può quindi sorprendere, che nel lungo corso di dodici in quattordici anni, tanta massa di schiavi infetti abbia propagato la infezione sugli Americani. Si aggiunga, che il Pian d'America, eh'è il Giaws d'Africa, non è noto presso gli Americani, che dopo la introduzione degli Africani.
      Il commercio degli schiavi africani, che tuttora si fa al Cairo, è di una origine ben assai più antica di quello delle tratte d'America. Tre caravane, una di Sennar, l'altra di Dar-Foor, e la terza del Fezzan portarono e portano Negri e Negre al Cairo dalla Nubia, dall' Abissinia ec. spesso per maggior comodo traversando coi cammelli il deserto che separa 1' Egitto dal Soudan. E qui merita tutta la considerazione, che Hornemann accenna una malattia africana detta Male di $oudan, la quale si comunica nella stessa guisa della sifilide, del male del, Canadà, del Siwin, del Giaws o Pian ec.
      Anche questa sarebbe un'altra prova a conferma della opinione sostenuta della origine africana della lue venerea, sapendosi che al Cairo in tutti i tempi fecero scala gli Europei commercianti e viaggiatori ec.
      Qual paradosso ! Invece che gli Americani abbiano comunicato la lue venerea agli Europei, gli


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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