Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

Pagina (176/304)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      176
      avesse consultato que' medici , giacché sarebbesi fatto ricchissimo ! Poi avendolo cimentato, e riconosciuto ottimo, ebbe molto a pentirsi che troppo tardi adoperandolo, si vide carpito da altri quel lucro che sarebbe stato suo. Dal che certamente possiamo vedere, che quel morbo ha esistito anche in altri tempi. Un tal fatto, ed una tale conclusione in bocca di un Fracastoro, che non ischerza da giovine e da poeta nella sifilide, ma che ragiona da clinico veterano sui morbi contagiosi dopo di aver osservato il morbo gallico dalla sua nascita fino all'adolescenza ; un tal fatto ed una tale conchiusione, dico, deve equivalere almeno ad un aforismo Ippocratico.
      Finalmente siccome ne' ritratti certi minuti accidenti, e certi tocchi sfuggevoli decidono sulla loro somiglianza, così la cospirazione di alcune date piccole circostanze fa in analogia risaltare la verità dell' assunto.
      Abbiamo già rimarcato, che alla comparsa del morbo gallico subito insorse quistione se fosse malattia nuova o vecchia, e che inoltre vennero o spontanei, o richiamati de' medici forestieri a curarlo.
      Le cose stesse accaddero in Roma al primo apparire della elefantiasi. Plutarco dice: il medico Filone sosteneva costantemente, che la elefantiasi non fosse apparsa che poco tempo prima, non avendone fatto cenno i medici anteriori, i quali altronde non aveano ommesso di parlare di cose meno interessanti : ma io gli citai la testimonianza del filosofo


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

Pagina (176/304)






Fracastoro Ippocratico Roma Filone Plutarco