Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      mondana, e perciò incapace di ereditare, di testare, di comparire ai tribunali ec., e se l'ecclesiastico nel segregarlo dalla società gli faceva i funerali dell'uomo morto (i44) Malgrado alle bolle dei Papi, e alle decretali di s. Gregorio, ciò proverà piuttosto la insensibilità dei sani, che quella degl'infermi. Infatti la cosa non andava così nell'epoca illuminata di Cicerone, quando il grande giureconsulto Trebazio, amico del famoso oratore, decise una questione importante di diritto, dichiarando, che lina persona affetta d' impetigine ( che pur era una maniera di lebbra secondo Celso ) non poteva giudicarsi malata, finché conservava il pieno esercizio del membro attaccato. Il principale motivo della incurabilità poi della lebbra deve calcolarsi appunto la radicata ed universale persuasione di questa incurabilità; essendo nata da ciò la trascuranza di o-gni tentativo dell'arte salutare, abbandonandosi gl'infermi in preda all' azione delle cause, al fatalismo, o all'empirismo : La lebbra, dice il grand'Alibert, sembra aver limitato il suo sviluppamento solo ali a regioni dell' empirismo.
      Finalmente si sa, che la medicina europea non tanto rari conta i casi di lebbra guarita: la medicina indiana poi giunge a curare la Elefantiasi , o Juzam, che è il massimo grado della lebbra.
      Nè mi basta, o Signore, l'aver provalo che l'analogia della lue A7enerea con quella di Moravia, di Scozia, del Canadà, di Scherlievo, di Falcade, del Giaws, del Juzam, della Mentagra, del Malmorto, c


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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