Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      del B. Giobbe quale intercessore degl'infetti del morbo gallico? 043). Tanta uniformità nella opinione generale dei dotti, e tanto consenso spontaneo delle nazioni le più disparate, parmi non lieve argomento in favore della supposta analogia, anzi identità.
      Non ignoro però le obbiezioni, cui questa va incontro, e principalmente le due seguenti: cioè che la lebbra ha per caratteristico la più grande insensibilità: e che dessa è quasi assolutamente incurabile.
      In ogni tempo si attribuì ai lebbrosi una libidine eccessiva, ed è perciò, che Archigene, con molti altri in seguito, ne progettò la castrazione. Niebuhr, nel suo viaggio d' Arabia, racconta di un lebbroso, che per godere di una donna vagheggiata mandò a vendere segretamente la sua camicia già infetta, onde essa l'acquistasse a prezzo vilissimo : acquistata infatti da lei e adoperatala, eccola divenuta lebbrosa : allora egli la fece accusare presso il governo, che tosto la relegò nel sequestro de' lebbrosi, cioè insieme coli' amante. Il Muratori fa menzione di una cospirazione de' lebbrosi d'accordo cogli Ebrei del medio evo, la quale costò molto sangue specialmente all' Italia . L' eroe del poema di Giobbe, vero lebbroso, parla di veglie, smanie, e di dolori atroci. Questi, ed altri simili fatti provano ben altro che insensibilità nè morale, nè fìsica. Che se pure ne' secoli d'ignoranza il civile dichiarava il lebbroso capite dimìnutus, o fuori della legge


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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