Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      faccia, Li-acci, e gambe dei tofi, o tumori duri, e scirrosi da prima, e tanto frequenti su tutto il corpo, quanto i chiodi e le verruche in patria; se ac- _ cade che si esulcerino, tramandano materia lenta, gommosa, però talmente acre e mordace da indurre ulcere profonde e cave, con labbra callose ed arrovesciate : morbo ributtante e deforme, e simile alla lue venerea; salvo che non è accompagnato nè da tanti dolori nè tanto facilmente dalla carie delle ossa, quando ciò non accada per incuria di chi medica. Si cura cogli stessi rimedj del morbo gallico, mercurio, decotti di Cina, di Salsapariglia ... (i35J.
      Bowmann, giusta Sweidiaur, verso la fine del decorso secolo nel Canada, e massime alla baja di s. Paolo, trovò una nuova specie di sifilide chiamata male della baja di s. Paolo. Questo morbo ha fatto in pochi anni progressi quanto rapidi, altrettanto funesti. I genitori lo tramandano alla prole, e si comunica cogli alimenti e colle bevande. Quando si spiega in una famiglia, è cosa rara che ne risparmi un solo individuo. Il contagio sembra penetrare in certi corpi per via di assorbimento, e restarvi talora degli interi anni latente : alia fine il male si sviluppa, e presenta nel suo terzo stadio tutti gli accidenti della sifilide. Sovente i malati trascinano fino ad una età avanzatissima una esistenza deplorabile, perdono successivamente naso, occhi, la parte molle del palato, e talvolta perfino la parte inferiore del cranio. Gli abitanti denominano 9


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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