Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      via delle poppe di nutrici aventi ulcere in quelle parti. Gli abitanti del paese sono persuasi, che si trasfonda perfino dai genitori al feto nell' utero, e dalle nutrici ai bambini lattanti col mezzo del latte, cioè senza ulcere nelle mammelle. Le ulcere della gola, e della bocca, quando sieno trascurate, corrodono e distruggono rapidamente il velo palatino, 1' ugola, e le tonsille : occupando poi con frequenza le ossa vicine ne inducono presto la carie. L' azione però del veleno lungi dal limitarsi colà va ad attaccare anche le ossa delle guance: indi la faccia stessa si copre di ulcere spaventose e corrodenti, che pervengono ad occupare le medesime palpebre. Altre volte appajono su varie parti della periferia del corpo, e massime alla faccia, certe tacche di color bronzino che presto si coprono di croste erpetiche, o] di tubercoli duri e verrucosi, accompagnati da dolori e trasudamenti di una mater ria viscida e fetente.
      Ma ciò che più di tutto, al dire dell' illustre Swediaur, caratterizza questa specie di sifilide, e 1' approssima al morbo gallico del secolo XV, e al-l'Yaws, o Pian , sono quelle escrescenze spugnose e fungose, che vengono alla pelle per tutto dove vi hanno tacche, escoriazioni, od ulcere. A questi tratti di similitudine si aggiunge l'altra circostanza, che gli organi della generazione di raro vengono attaccati, a meno che il male non sia stato trascuratole che non abbia fatto grandi progressi. Siccome gl'infetti s'occultano più che


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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