Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      di dover conchiudere, che fossero corsi e degli e-quivoci, e delle esagerazioni tanto sull'eccesso di estensione attribuito alla malattia venerea primitiva, quanto sulla diminuzione della medesima in progresso.
      Ma per 1' altra il trovare i principali governi di Europa del secolo XV occupati in creare leggi sanitaria nuove a quel solo oggetto: il sapere, che qualunque morbo contagioso o nuovo, o redivivo si spiega tanto più feroce, e si diffonde tanto maggiormente, quanto è più vicino alla sua origine: l'aver altrove provato, che la lue venerea fu più che mai esantematica nella epoca anti ca, e per conseguenza atta a presentare maggior numero di punti di contatto, o vie di comunicazione: il risultare dagli sperimenti di Alibert sugli erpeti, che questi sono tanto più contagiosi quanto più superficiali, e che all' opposto , se dessi attaccano contemporaneamente il sistema cutaneo, e i visceri inferni, e se sono profondamente inveterati nella economia animale, allora non si trasmettono mai da persona a persona, o almeno con estrema difficoltà: il rimarcare finalmente che la lue del Canada, e di Scher-lievo invase ne' suoi primordj più di un terzo di quella popolazione, mi risveglia la consolante opinione, che la diminuita forma esantematica, unitamente alle riforme della polizia medica, della pubblica Igiene, e del trattamento curativo abbia contribuito se non a minorare la virulenza, a restringere però la estensione della nostra lue.


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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