Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      e quindi si mostrarono attentissimi nel bandire ogni sorta di medicamenti capaci, od anche sospetti di possedere una facoltà ripercussiva, come p. e. li drastici, e gli unguenti diseccanti ; e nel raccomandare invece 1' uso di quelli che determinano la materia alla pelle, cioè decotti sudoriferi, bagni, stufe, e simili.
      Se non posso trovare il conforto della mitigazione in linea d'intensità, potrò forse trovarlo in linea di estensione? Non lo so, perché un tal punto mi sembra assai problematico.
      Per una parte considerando, che le tante esclamazioni di epidemia, di pestilenza, di flagello divino ec. di cui ci assordano gli antichi, non sono che voci vaghe ed astratte; constando, che in tutta Europa non vi furono che tre ospedali eretti espressamente pegli attaccati dal grosso-vajuolo, uno a Parigi del 1496; l'altro a Edimburgo dello stesso anno, ed il terzo a Tolosa del 1.528: riflettendo che le relazioni de'morbi o nuoyi o redivivi d'ordinario peccano in ampollosità, come tocca ogni di rimarcare alla occasione che si sviluppa o tifo, od altra malattia simile, e come molto più deve essere succeduto a que' tempi di superstizione: vedendo che la lue di Moravia, e di Falcade, di cui si parlerà nella lettera seguente, non diedero che il discreto numero di qualche centinajo d'infetti : e finalmente paragonando questo numero discreto con quello non discreto de'sifilitici, che popolano ingiornata tutti gli ospedali dell'universo, mi parrebbe


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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