Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      modo segua la cosa, è da credersi, che il male abbia comincialo ad invecchiare, e che non andrà guari, che non si propagherà più neppure per contagio , attesoché la materia di giorno in giorno divien più fredda e più terrea, ed i seminii più scarsi e più deboli ; quindi accade, che al presente non con tanta facilità, come un tempo, si prende la infezione, e verrà un giorno finalmente, che cesserà di propagarsi, ed avrà il suo fine per poscia redi-vivere , allorché ritorneranno gli stessi principi e le stesse cagioni (i5i).
      Benché sia cosa certa, che da quella epoca, cioè dal i;»5o lino al tempo presente, la lue venerea non abbia subito metamorfosi di rimarco, pure chiuderà la serie delle descrizioni con quella dell'illustre Astruc, fatta nella prima metà del 1700, come il vero modello di tutte le posteriori.
      Egli dopo aver fatto i più minuziosi detagli della lue incipiente, ossia de'sintomi primitivi, passa alla seguente pittura della lue confirmata ed universale.
      I. Nella lue confirmata i mali topici de'pudendi sogliono inasprirsi, rinnovarsi ed anche comparire per la prima volta,
      II. La cute è deturpata in varie guise , e in varii luoghi da tacche piane, rosee, purpuree, gialle, livide, separate, aggregate, picciole, grandi, circolari, irregolari — da scabbia, impetigine, lichene, erpete secco, umido, fùrfuraceo, pustoloso, migliare, depascente— da fenditure nelle palme delle mani»


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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Astruc