Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      nella unione dell' uomo colla donna di tal fatta si appicca tra il prepuzio e la pelle del membro: che dopo il concubito con donne impure bisogna fare il lavacro con orina : e che d' ordinario il bubbone è conseguenza delle ulcere della verga, e dei ri-medj ripercussivi soliti ad usarsi in luogo degli e-vacuanti universali, che sono trascurati dagl' imperiti, onde lucrare doppiamente e sulla verga e sul bubbone. Egli medicò un parafimosi, che sembra di natura venerea, giacché ne tratta in seguito dei va-rj apostemi d»l pene. Gli Astruc, gli Hunter, i Girtanner, gli Sweidiaur ec.... di grazia in che mai superano il nostro d'Argelata riguardo alla conoscenza diagnostica di tale malattia?
      Onde vieppiù convalidare la opinione che questa famiglia di morbi si andava rendendo o più comune, o più cognita a norma che si procedeva verso la fine del secolo XV, basti il vedere, che perfino gli scrittoi-i estranei alla medicina, ed i magistrati medesimi ne fanno testimonianza.
      Giacomo Delaito riferisce all' anno 1099 una malattia che soffri Niccolò Marchese d'Este, e signore di Ferrara e Modena, giovine principe nel bollore della gioventù, e portato grandemente alla lussuria, nelle parti oscene, la quale meritò i sospetti perfino del Muratori. La descrizione figura un bubbone all' inguine, che fu temuto da' medici di natura pestilenziale, ma che sotto l'uso degli ammollienti venuto a suppurazione, e tagliato guari con generale sorpresa in brevissimo tempo (118).


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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