Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      medio evo, probabilmente buscò dalla sua Corinna, invece di un esigilo, una malattia che gli fece spremere le lagrime non tanto dagli occhi o dalla cetra, come al l'eligno, quanto dal membro. Egli con una verità più da malato che da poeta dipinge al Dio Priapo la imminente perdita del suo pene : fa un quadro tragico delle fatali conseguenze che gli accadrebbero per tanta perdita, cioè il disprezzo e il rifiuto delie fanciulle e de' fanciulli; protesta di preferire a tal perdita quella degli occhi e del naso ; e fra le più disperate esclamazioni cosi descrive i sintomi morbosi, che soffre: Oh me infelice! Oual prtifluvio di marcia cola dalla sordida Locca del mio membro! Oh quante, ulcere fetenti e marciose guastano quella bocca ! Egli chiude si commovente tragedia supplicando il Dio Priapo a voler ridonare al suo pene la primiera sanità e robustezza (77).
      Amico, dopo tanti e tanto convincenti documenti , e specialmente dopo quest' ultimo non solo scritto, ma anche pubblicato colle stampe avanti la scoperta di America, come mai si può dubitare dell'antichità della scolazione? Eppure non basta che si dubiti della di lei anteriorità alla scoperta d'America, ma, quel che è più sorprendente, la si vuole generalmente posteriore di trent'anni circa alla comparsa del cosi detto morbo gallico, cioè della suddetta scoperta. E perchè? Io non saprei dirvelo, quando non fosse per quella ragione, che rende e-reditarj alcuni pregiudizj nelle nazioni , alcuni


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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