Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      cioè qualcheduno attaccato dall' arsura dei bordelli sottoposti alla sorveglianza del vescovo di Gloce-ster potrebbe fischiare questa tragedia.
      Giacomo Cataneo, medico genovese, avea pubblicato colle stampe fin dal 1604, che se la goccetta muliebre toccherà il membro virile, lo infetterà di mòrbo gallico.
      Da simili passaggi, cavati da autori che scrissero alla prima apparizione della malattia venerea, non risulta ad evidenza che un tal sintomo era già noto, e noto sotto ì' antica denominazione?
      Ma a che andar a cercare esempi altrove, se gli abbiamo sott' occhio? Il nostro giornaliero vocabolo di riscaldamento non si usava forse egualmente dai nostri vecchi da più di tre secoli, come or ora avete veduto nella ricetta della Bertoliana, e come si trova nella traduzione della chirurgia di Guidone da Cauliaco, fatta dal Varisco, e stampata del 1490, là dove tratta della cale/action, e brutecia de la verga per esser acostado con femena me-struosa?
      Finalmente la uniformità delle cause e delle circostanze non risulta dalla riconosciuta indole contagiosa dell ardore, e dal mezzo di comunicazione per la via dell'atto venereo?
      Ma voglio che perfino un poeta sia in grado di troncare la quistione, trattandosi, che questo è stato nel caso di poter fare ad un tempo la parte e dell'eroe e dello storico.
      Pacifico Massimo, uno dei tanti nostri Ovidii del


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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