Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      que' sacerdoti e sacerdotesse faceano professione di celibato, od almeno di continenza. Nella gran festa delle Tesmoforie si usava il vitex agnus ca-stus. Demostene disse : io sono persuasissimo, che chi ha da fare il servigio divino debba non solo per alcuni giorni, ma sibhene per tutta la- vita rinunziare a tutti gì' impuri piaceri. Nelle dorlfci Tavole si prescriveva ai sacerdoti di giurare questa formula : D'wos caste adeunto. Tibullo con raro e-sempio di bigottismo poetico gridò: Fos quoque abesse procul jubeo, disc e dite ab arisQueis tulit hesterna gaudia nocte Venus. Chi non sa quanti torbidi cagionasse nel pubblico , e quali pene si tirasse addosso quella vestale, che avesse minimamente violate le leggi della più rigida continenza? I Leviti doveano astenersi scrupolosamente dalle loro donne ; e Mose comandò a tutto il popolo d'Israello di prepararsi alla gran preghiera con un digiuno, e con una continenza di tre giorni.
      Quantunque io sia convinto dalla sana ragione, che lo stato conjugale non possa in alcun conto avere in se stesso niente di umiliante, che valga a degradarne la eccellenza al cospetto del Creatore, pure oltre la irrefragabile decisione della Chiesa a favore del celibato ecclesiastico, il riscontrare, che tutte le nazioni furono d' accordo sulla preeminenza del celibato pel culto divino, mi obb'igéi a calcolare fondata la spontanea e generale opinione della imparità del concubito.


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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