Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      Ma omettendo una serie infinita di esempi analoghi tra i popoli del vecchio , e del nuovo mondo, basta richiamarsi alla legge Mosaica. giusta la quale una donna, che avesse maneggiato le parti mascoline per disprezzo, o per ingiuria, era condannata a perdere ia mano ( condanna mai verificatasi, grazie al rispettoso carattere donnesco). A senso di quella stessa legge, come pure della legge nuova, non era permesso, che un uomo in qualunque maniera difettoso in quegli organi fosse ammesso al servizio dell' altare.
      Amico, io non saprei dirvi, se o per una morale più sana, o per una educazione più dilicata, o per u-na galanteria più artifìziosa, le nazioni civilizzate di oggidì si astengano da turpitudini di simil fatta : so ben dirvi però, che esse coltivano questo campo della natura con un trasporto, e con un'industria niente inferiore a quella delle antiche. Diterni di grazia, i ritratti, le cifre , le catenelle , i cuoricini, i gruppi di capelli..., che costumano i nostri amanti di appendere al collo delle loro Belle ; il dipingere nelle camere nuziali le coppie di colombe, di tortorelle, di Veneri, di Cupidi ... in atteggi amorosi : ditemi, replico, non sarebbero questi altrettanti simboli del culto, che si professa tuttora alla riunione dei due sessi ? L' occhio del filosofo, che non si limita alla superficie, ma che si approfonda lino al midollo delle cose, non saprebbe trovare altra differenza tra il Phallus, il Lingam, il Priapo, ed i nostri emblemi di amore, se non quella che passa tra le laidezze dèi


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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