Sulla storia de' mali venerei di Domenico Thiene

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      del ^i lą scrisse la pił dettagliata relazionedel morbo, che vi regnava, e ci assicura, che la opinion generale de' medici e del popolo Spagnuolo era che provenisse dalla Gallia, anzi precisamente dalla Gallia Narbonese, gią infame patria anche del Carbonchio anticamente (ió).
      Giorgio Summaripa, o Summariva Veronese, poeta mediocrissimo, č un altro tra i primissimi, che parlano di proposito su tale argomento. Egli infatti compose tra il 1494, e il 1495 una elegia in terza rima Italiana espressamente intitolala contro il mal Francese, stampata ancora dentro l'anno i49^> dove oltre di aver fatto la pił circostanziata descrizione de' sintomi, della causa, e della cura specifica col mezzo delle unzioni mercuriali, ne ripete palesemente la introduzione dalla Francia (16).
      Pintore (17) e Torrella (18), amendue archiatri di papa Alessandro VI, amendue Spagnuoli, e amen-due scriventi sullo stesso morbo tra gli anni 1494 il 1493 ne incolpano della introduzione in Italia l'armata di Carlo VIII. E egli mai possibile, «he questi due medici Spagnuoli ne ignorassero la origine Americana ?
      Gazoldo poeta di Gaeta fiorente sul finire del secolo decimoquinto nel suo poema latino stampato del x495, non riporta altra opinione, se non che quella problematica in allora comune, cioč se il male sia stato comunicato dai Fx-ancesi agi' Italiani, o dagl' Italiani ai Francesi (19).
      La Dieta generale degli Stati, e principi di 2


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Sulla storia de' mali venerei
Lettere
di Domenico Thiene
Missiaglia Editore
1823 pagine 303

   

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