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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ATTO SECONDO -- SCENA 111
   81-
   NO, non per voi che possederla ambite! Noi non cerchiala che liberarla, e lauto Cauti non siamo....
   Leicest. 0 giovine, correte
   Un cammino di bronchi e di perigli s6o Troppo alla cieca !
   Mortim. E voi troppo guardingo
   Un cammino d'onor.
   Leicest. Veggo le reti
   Che ci stanno d'attorno.
   Mortim. Ho cor che basta
   Per infrangerle tutte.
   Leicest. Č stolta audacia
   Questo coraggio.
   Mortim. Nč valor, per fermo,
   s<ě5 Questa prudenza.
   Leicest. Vagheggiate il line40
   Di Babiutón?
   Mortim. Non piacevi41 l'altezza
   Imitar di Norfolco?
   Leicest. Egli col sangue
   Non ottenne la sposa.
   Mortim. Almen fé' prova
   Che ne fu degno.
   Leicest. Ma se noi periamo,
   s'n Ella pere con noi.
   Mortim. Pur non si franca
   Colla nostra salvezza.
   Leicest. Oh, non vedete.
   Non udite consigli ! e mi tardate Con questo forsennato impeto vostro Nella via ben impresa.
   Mortim. E di qual via
   Parlate voi? che imprendere sapeste A favor di Maria? Ma. s'io mi t'ossi Tanto perverso di svenarla, al cenno Della cruda tiranna obbediente.
   4(1 Vagheggiate il fine ecc.: U. Atto T, n. !). * Non piacevi ecc.: V. Alto I, n. 10.
   il WR. — Maria Stuarda.