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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   MARIA STI ARDA
   L'anima, mi si gonfia! - Ali, concedete Libero sfogo al mio lungo dispetto!
   ili Credono l'elice!... oh se le genti Sa j lesse i o, o signor , per quai catene lo vengo invidiato!... Or dopo dieci Anni, che m'offro, all'idolo crudele Della sua vanità, che mi sommetto Al perpetuo ondeggiar.de' suoi capricci, l'atto gioco servii d'una bizzarra Tirannica protervia: ora blandito Dalla sua tenerezza; or ributtato Con acerba arroganza ; e dall'affetto Tormentato non meli che dal rigore ; Come un prigion dai cento occhi guardato l'ella. sua. gelosia ; come un fanciullo Stretto a turpi discolpe, e vilipeso l'iù d'uno schiavo!... Ali, non ha voce il labbi Per questo inferno !
   .Mi UtTtM. Vi compiango, O colili
   Lek/est. Giunto alla meta il guiderdon mi sfuggi Arriva uno straniero,37 e il caro frutto 1 >ella decenne servitù m'invola. Al paragon d'un florido marito Cedono i dritti d'un antico amante; 1] dal teatro declinar in' 'è forza Ove due lustri il mio splendor fu primo. Perocché, colla man d'Elisabetta, Mi torrà lo straniero anche l'affetto. Ella 'è donna, egli amabile !
   Moktim. Per giunta,
   Figlio di Caterina : in tutte l'arti I >ella lusinga a buona fonte istrutto.
   Leicest. Così cadono in lior le mie speranze. Nel vicino naufragio io vo cercando Un legno salvatore, ed alla prima Hella speranza il mesto occhio si volge. L'imago di .Maria mi si presenta
   Arriva uno straniero: I . Atto l, n.