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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   ATTO SECONDO -- SCENA 111
   77-
   720 Valsingam© e CeciJio occulte reti
   ili tendono qui sempre, e voi potreste Essere di costoro uno stroniento Per condurmi ne' lacci.
   JVXortim. Oli come imprime
   Misere le vestigia in questa corte 730 IH uom tanto elevato! — Io vi compiango!
   Leicest. Lietamente, o signore, io m'abbandono Nel seno d'un fedel quando ìu'è dato Dalla gravosa finzion sottrarmi. Attonito vi rende il mio repente 73', Cangiar d'affetti per Maria. Vi giuro
   Che in odio io mai non l'ebbi, e non mi fece Che l'impero de' tempi a lei nemico. Molt'anni, vi rammenti, anzi che sposa Ella fosse d'Arrigo, allor che tutte In rosea luce le ridean le cose, Destinata, mi venne. ' Io non curante La proposta fortuna allontanai; Ed or posta in catene, or tra le fauci Della morte io la cerco, a gran periglio 745 Della mia vita.
   Mortim. Generosa, è l'opra,
   Leicest. La faccia delle cose in questo mezzo Si tramutò. L'anibizum m'avea, Agli anni dell'amore, alla bellezza Fatto selvaggio, e di Maria la destra 1 roppo misera cosa allor mi parve. La mia folle speranza era conversa, Alla regina d'Inghilterra.
   Mortim. È noto
   Che ne foste su tutti il prediletto.
   Leicest. Così parve, e il credei : ma, dopo il giro Di dieci in vii servaggio anni perduti. Perduti in violenza abbominata !...
   Destinata ini venne: 1. Atto l, n. ó.
   La proposta ecc.: Questa affermazione è contro la storia. Maria scelse volontariamente lord Damey.