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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   atto secondo -- scena vi il
   75
   Mertate. o cavaliere?
   Mortim. (guardandolo in egual modo) 15 voi?
   Vi rimando., o signor. [l'inchiesta
   Leu est. Voi mi dovete
   Favellar in segreto.
   Mortim. Una, franchigia
   Che possa osarlo.
   Leicest. Chi di voi m'accerta?
   Non v'offenda il mio dir; ma. due sembianze Assumere vi piace in questa corte. L'una, è certo bugiarda : or quale adunque La sincera sarà?
   Mortim. Non altrimenti
   Vi presentate agli occhi miei.
   Leicest. Chi dunque
   Primamente favella e si confida?
   Mortim. Ohi meno arrischia.
   Leicest. Siete voi !
   Mortim. Voi siete.
   Perocché l'atterrarmi all'uom seduto In altissimo grado, all'uom potente, Lieve impresa saria; ma che varrebbe Contro l'aura e il favor che vi circonda La mia debole voce?
   Leicest. Oli quale inganno!
   Forte in tutto qui son, ma nella cosa Che porrò nel fedele animo vostro Mi conosco un imbelle, e dall'altezza Può riiinarmi la più vile accusa.
   Mortim. Poiché tanto s'abbassa agli occhi miei Il più grande de' grandi, e mi confessa Una tale umiltà, di me medesimi Voglio sentir più nobilmente, e dargli Un esempio, d'ardire e di grandezza....
   Lek 'est. Se precedete io seguirò.
   Mortim. (gli porge la lettera di Maria) Maria Questo foglio vi manda.
   Leicest. (sbigottisce e prende rapidamente il foglio)
   Oli più sommesso