ATTO SECONDO — SCENA V.
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565 Deve il cenno partir. L'odio dell'opra Tutta mi coglie; uè salvar m'è dato Pur la nuda apparenza. Il peggio è questo!
Mortim. D'una trista sembianza a te che monta Quando buona è hv causa?
Elisab. Oh non sapete
'>7ii Come giudichi il mondo ! Ognun decide Dell'apparenza, ma nessun del vero. Persuader, convincere le menti Non potrei col mio dritto, lo debbo adunque Procacciar che rimanga un dubbio eterno >75 Se parte io fossi della morte sua.
A queste imprese di biforme aspetto Son le tenebre scudo. Il confessarle È l'avviso peggior. Ciò che di mano Non si lascia fuggir, mai non si perde.
Mortim1. (cerca di spiarne la mente) i8° Dunque il meglio sarebbe....
IO li sah . (pronta) Ah, meglio certo....
l'no spirto benefico mi parla Dal vostro labbro... Cavalier, seguite! Voi cogliete nel segno ! Oli ben diverso Dal vostro zio!...
Mortim. (sorpreso). Oli apristi il tuo pensiero?
Elisab. Duoliiii che il feci!
Mortim. Ai vecchi anni perdona
Che lo fan peritoso. A queste imprese Vuoisi l'ardente giovami coraggio.
Elisab. Osar potrei....
Mortim. Ti presterò la mano,
Tu salva il nome come puoi....
Elisab. Se desta
Da voi fossi un mattili colla, novella : In questa, notte la Stuarda è morta!...
Mortim. In me sicura ti riposa.
Elisab. E quando
Dormirò più tranquilli i sonni miei? Mortim. La nuova luna al tuo timor dà fine. Elisab. Addio, signore. Non vi sia discaro
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