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MARIA STT'ARPA
Cecit.to II prezioso dono
Dell'angusta presenza eli' ha perduto Quando assetò21 della regina il sangue, isti Suggerir non ardisca un cor fedele Questo bugiardo, traditor consiglio.
Talbo V'opporreste, o signore, ove la buona Elisabetta consolar volesse L'infelice Stuarda?
Cecilio Ella è percossa
Da giudicio mortai. Sotto la scure Giace il suo capo; nè sarebbe onesto Ohe l'oltraggiata maestà vedesse Il capo a morte sacro. Alla condanna Si terrebbe il vigor, se la reina 490 Raccostasse la rea, chè di perdono
10 l'augusta presenza apportatrice.
Elisab. (letta la lettera, ai asciuga gli occhi) Che mistero è mai l'uomo e le fortune Di questa terra! A qual estremo è giunta Questa donna regal, che da speranze 493 Così belle già mosse? Al più vetusto Trono dell'universo era chiamata, E vagheggiava nell'altera mente Di tre corone 25 coronar la fronte ! Che diverse parole usa costei 500 Da quando s'arrogò 26 le insegne e l'armi Del reame britanno, e dalla turba De' lusinghieri salutar si fece La reina di Scozia e d'Inghilterra ! — Perdonate, o signori! Il cor mi scoppia, so» Mi trafigge l'angoscia, e sanguinosa L'anima gronda nel veder caduca Ogni cosa mortale, e la rivolta Dell'umano infallibile destino
24 assetò: mostrò s-ete ilei sangue della regina.
ss I)i tre corone : cioè di quella di Francia, di Scozia e il' Inghilterra.
25 s'arrogò ecc. V. Atto I, n. l'i e Riassunto.