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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   MARIA STI ARDA
   Con patrio scettro ! Ma le sue fortune Colla fama non compri, o almeii, se questo Avvenisse, i dolenti ocelli di Tallio Siano chiusi in eterno !
   Elisab. Iddio ne tolga
   Che la fama oscuriamo !
   Talbo Allor tu cerca
   Altri mezzi, o rema, alla salute Di questo regno, perocché la morte Della regia straniera è mezzo ingiusto. Tu non puoi fulminar d'una sentenza Chi soggetta non t' è.
   Elisab. Dunque &' inganna
   Il Consiglio di Stato, il Parlamento! S' ingannano concordi i miei Giudizj Che m'ascrivono il dritto...
   Talbo Un argomento
   Del buon dritto non è la preminenza Nella somma de' voti. Anglia, o regina. L'universo non forma ; il Parlamento Non è di tutti i popoli il consesso ; Ne l'Inghilterra che verrà, la stessa Della presente. Coll'eterna vece Delle nascenti passioni umane La varia de' giudizj onda si muta. Non dir che ti conduce al duro passo L'instar de' tuoi vassalli e la penosa Necessità. Che l'ai bitra tu sia Dell'alta, liberissima tua voglia Puoi farne ad ogni istante esperimento. Provati ! Acclamai che dal sangue ahborri, Ohe la morte non vuoi della sorella; Mostra un vero dispetto a chi l'opposto Ti consiglia, e vedrai questo assoluto Bisogno dileguarsi, e il giusto dritto Parsi aperta, ingiustizia. È tuo,14 regina. Tuo solo il giudicarne. Ad una canna.,
   14 E' tuo: alla latina: è tuo diritto o dovere.