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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   ATTO SECONDO -- SCENA 111 57-
   io-i Ogni amistà cogli avversari mici.
   Alrasp. Opra indegna sarebbe, opra codarda Agli stessi ocelli tuoi, se in questo accordo Obliasse la Francia un' infelice Ohe di fede e di sangue a lei s'annoda. Vedova del suo re... Non men l'onesto. Che la pietà...
   Kris ab. Signore ! in questi sensi,
   Come il debito vuol, la sua parola. Accogliere saprò ; ma. sei la. Francia Compie offici d'amico, a. me consenta 175 L'esercitar la. libera regina. 10 (fa un inchino a tutti i Francesi, elle rispettosamente si ritirano).
   SCENA III.
   Elisabetta. Leicester. Cecilio. Tai.ro.
   (Elisabetta siede).
   Cecilio .Magnanima sovrana ! Oggi incoroni Del tuo popolo i voti, e per la prima Volta 11'è dato l'esultar tranquilli De' fausti giorni che ne rechi ! Ornai l'iù non gettiamo l'atterrito sguardo In un bujo avvenir. Solo una. cura Questo regno ancor punge : il comun grido Ti chiede un sacrificio. Adempì alfine Il sospiro di tutti, e in questo giorno Rassodata vedrem l'universale Felicità.
   10 Questo ricevimento dei due rappresentanti della Fran¦ eia, secondo la storia. rimonta al lo dicembre 1586 ed aveva per scopo la revoca della condanna di Maria. Il poeta ha unito a questo scopo anche quello del matrimonio, che è anteriore (V. Atto I. n. ','>)¦