ATTO SECONDO -- SCENA 111
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Rende all'altra, soggetta.
Vittime dell'errore ai veri offici Della vita tornò. Ma nondimeno Una réina che nell'ozio i giorni Contemplando non perde; ed indefessa Dura' al più grave degli umani incarclii, Per consenso comune esser dovrebbe no Franca da questo universal bisogno, Che del genere umano una gran parte
Albasp. Hai tu sul trono
Nobilitata ogni virtù : nè resta Che del sesso gentile, onde se' vanto, 115 Per esempio ti mostri anche ne' pregi
Che gli son propri. Ben è ver che in terra Uomo non vive che di te sia degno ; Pur se regio natale, eroico ardire, Giunti a- maschia bellezza, un noni facesse... 120 Elisab. Il connubio, o signor, con un augusto Figlio di Francia, la mia casa onora. Apertamente lo dirò. Se debbo... Se cedere m'è forza al desiderio Del mio popolo amato (e già pavento 185 Che prevalga al mio stesso) io non conosco. Tranne il vostro signore, un altro prence A cui meno ritrosa io cederei La mia diletta, preziosa gemma, La libertà. Vi basti! Belliev. Oltre ogni speme
130 Questa, o grande regina,, è la, più bella.
Ma pur sempre una, speme, e il mio signore Brama di più. Elisab. Che brama?... (si trae dal dito un
anello, e lo contempla pensierosa).
A questo modo Non avrà la réina un privilegio Sulle donne volgali. Il segno istesso Eguali obblighi accenna,, egual servaggio,; L'anello ordisce gl' imenei ; d'anella La, catena s' intreccia... Al franco duca