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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   MARIA STI ARDA
   Fu l'assalto respinto; ed il Desìo A ritrarsi costretto.
   Davison l'n tristo augurio
   Per le nozze di Francia,. 3
   Kent. Oli ! non fu questo
   Che da semplice gioco ! al vero assalto' La rocca cederà.
   Davison Voi lo crédete?
   Io 110 per certo.
   Kent. Vennero proposti
   I men facili patti, e; dalla, Francia Furono accolti. Il duca è persuaso D'assistere in segreto ai sacri uffici, E proteggere in vista e riverire La fede dello Stato. Oli. che 11011 foste Testimon della, gioja, in tutti i volti Del popolo dipinta, al divulgarsi Della lieta novella ! Era 1111 terrore Universa! che vedova d'erede La regina perisse, e che Maria. Entrando alla corona, Anglia tornasse Al romano servaggio.
   Davison Ognun deponga
   Questi vani spaventi. Elisabetta Move all'altare, e la, Stuarda al ceppo.
   Kent. La réina, s'innoltra.
   SCENA II.
   / precedevi i. Elisabetta condotta a mano da Lek'e Albaspina, Bellievre, Talbo, ed altri cavalieri f cesi ed inglesi.
   Elisab. (ad Albaspina) In vero, o conte, Compiango a questi nobili signori Che di qua della Senna una- galante
   Per le nozze di Francia: U. Atto I, n. J/5.