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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   MARTA STI- ARDA
   1155 Un gravissimo' incalvo. Ali no, per Dio! Assunto non m'avrei questo malvagio Officio (li sergente, ove pensato Non avess'io che l'opera volesse L'uom più leale d'Inghilterra! - Oli fate 1160 soltanto io l'ascriva al mio buon nome!
   Cecilio Spargesi ch'ella inferma : indi più grave Si bisbiglia il suo male : alfin si spegne : E cosi si cancella eternamente Nel pensier delle genti, e il nome vostro ii65 Tutto puro riman.
   Paulet Ma non rimane
   La mia virtù.
   Cecilio Se porgere negate
   La- vostra mano, non vorrete, io penso, Impedir di un ignoto....
   Paulet (con crescente indignazione) Alcun sicario Non verrà , me vivente, a queste soglie ! 1170 E fin che la. protegge il Dio custode Della mia casa, il suo capo m'è sacro, Sacro non meno che l'augusto capo D'Elisabetta. I giudici voi siete: Giudicate! spezzate alfin la verga! 1175 Chiamate a tempo con l'accettai il fabbro, E n'eriga il patibolo. Le sbarri1 Del mio castello rimarranno aperte Al carnefice solo, allo sceriffo. Ora è mia prigioniera, e vi do fede, liso Clic ssarà vigilata, onde non abbia
   Nulla a tentar, nulla a patir di reo!73 (partono)
   73 Questo contegno di Paulet di fronte alla proposta infame di Cecilio (proposta suggerita, schiene velatamente, da Elisabetta) è conforme alla• storia. Paulet era un fanatico ed un brutale carceriere, non un assassino.