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Maria Stuarda
Tragedia in cinque atti
Federico Schiller
Editore Remo Sandron, 1925, pagine 171

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   MARTA STI- ARDA
   1100
   Illa
   1120
   Rivocherebbe le mal ferme accuse.
   Paulet E così gli avversarli ali'Inghilterra Empiermi contrai noi d'ingiuriose Querimonie l'Europa ; e l'apparato Della giustizia prenderà sembiante D'un audace misfatto.
   Cecilio Indi procede
   Il segreto dolor d'Elisabetta! Oh fosse questa madre di sventure Stata morta e sepolta, anzi che l'orma Fuggitiva volgesse a, questi lidi !
   Paulet Così pur fosse !
   Cecilio In carcere l'avesse
   Alcun morbo consunta !
   Paulet Ella n'avrebbe
   Risparmiate, o signor, molte sventure !
   Cecilio Pur se caso, o natura il fil troncasse Della perfida, vita, noi saremmo Accusati uccisori.
   Paulet E ver. Ciascuno
   Ha libero il pensar.
   Cecilio Ben argoménto
   Non sarebbe di prove e di romori...
   Paulet Che vi cai de' romori? Il mal si parte Dal palese non già. ma, dal merlato Rimprovero.
   Cecilio Non fugge anche la stinta
   Giustizia al morso delle ingiuste accuse! L'universale opinion si volge Favorevole sempre alla sventura, 1] persegue l'invidia il fortunato Glie sul vinto preval. La punitriee Spada di Temi 72 il viril fianco adorna, Ma di luce abborrevole risplende Nella man della donna. Ingiusto il mondo. Alla, giustizia, femminil non crede
   Spada di Temi: la spaila tirila Giustizia, poiché Temi e, dea della Gi il sii zia.