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Nel fuoco continuo il soldato dovrà sparare con quella celerità di tiro che gli consenta di ottenere dall'arnia il massimo di risultati utili in relazione alle cartucce sparate.
Tale celerità varia, naturalmente, da individuo a individuo, a seconda delle attitudini e dell'abilità acquisita dai singoli durante l'addestramento: onde si può chiamare la celerità personale del soldato.
Essa non è mai assoluta, ma variabile col variare delle condizioni in cui si esegue il tiro: stato morale e tìsico e posizione del tiratore; condizioni di luce; distanza, dimensioni e visibilità del bersaglio ecc.
Quando tali condizioni siano poco favorevoli, la celerità personale di tiro verrà, manifestamente, a diminuire, poiché occorre maggior tempo per puntare con la dovuta precisione: elemento questo di capitale importanza per l'efficacia del fuoco. E, d'altra parte, ove il soldato volesse sforzarla - ciò che non potrebbe fare se non a scapito della precisione del puntamento - vedrebbe diminuire i risultati utili e aumentare il consumo delle munizioni, col pericolo di rimanerne sprovvisto nei momenti più decisivi del combattimento.
65. A far acquistare alla recluta l'abilità e l'abitudine a puntare con precisione ed immediatezza e a tirare quel maggior numero di colpi mirati che gli è consentito dalle sue attitudini e dalle condizioni in cui si esegue il tiro (celerità personale) varranno, essenzialmente, le lezioni di tiro a pallottola ed il tiro ridotto: gli esercizi, cioè, i quali consentono di comprovare se il tiratore ha realmente puntato con la dovuta precisione e scattato con regolarità.
Ad integrare però tale addestramento, occorrono frequenti esercizi di tiro con cartucce da esercitazione, i quali possono essere utilmente eseguiti con le modalità che seguono:
— collocare uno dei bersagli indicati dal presente regolamento, le prime volte ad una cinquantina di metri, successivamente a distanze maggiori, fin verso i 300 metri;
— far prendere alla recluta una delle posizioni pel tiro, le prime volte su piazzuole o su terreno piano, successivamente nei vari appostamenti di combattimento, naturali o artificiali;
— ordinare il fuoco.