— 382 --
sciare la presa alla spalla e con la mano destra afferrare la mano armata sul dorso per piegarla con forza verso l'avambraccio, onde costringerla ad aprirsi ed abbandonare l'arma. Con la mano sinistra tenere saldamente il braccio.
VI. - Addestramento tattico individuale (1).
Art. 1.
Addestramento al combattimento.
1. Nell'addestramento tattico individuale occorre: bandire tutto ciò cbe tende ad irrigidire l'individuo, a comprimerne la spigliatezza e lo spirito di iniziativa; praticare invece tutto ciò cbe giova a sviluppare, ad educare l'istinto naturale alla lotta.
Occorre pertanto che il fante sia addestrato:
— ad inastare la baionetta, stando a terra od in ginocchio;
— a caricare, mettere in sicura, scaricare l'arma, stando in ginocchio, a terra, camminando, anche al buio e con la maschera;
— ad usare l'attrezzo leggero da zappatore, stando a terra od in ginocchio.
Tutto ciò con i movimenti che gli riescono più facili e più naturali.
2. Il fante è parte integrante della squadra e come tale, ogni suo atto in combattimento deve essere compiuto esclusivamente in concorso all'azione svolta dalla squadra stessa. Bisogna abituarlo ad avanzare, sostare, sparare, assaltare, in -uno con la sua squadra, e farlo ben convinto che nessuna vicenda di lotta può comunque giustificare un suo eventuale distacco da essa.
3. È evidente che l'osservanza di questo principio non deve impedire al fante di sfruttare, di iniziativa, le forme e la copertura del terreno che incontra sul suo cammino, allo scopo, non soltanto di sottrarsi alla vista e alle offese del nemico, ma anche, e più specialmente, di ricavare il massimo rendimento dall'impiego della propria arma. L'ostacolo insomma dev'essere elemento attivo, non passivo.
(1) Tratto dalla circolare 3147 in data 29 aprile 1937-XV del Ministero della Guerra, Ispettorato dell'arma di fanteria.