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mobilitazione a tutti i militari. È formato da una fascia di garza e da due strati di garza e cotone idrofili, dei quali uno fisso e l'altro scorrevole sulla fascia, in modo da poterli adattare al foro d'entrata e di uscita di una ferita, in qualunque parte del corpo esso si sia prodotta. Così si può improvvisare qualunque tipo di medicatura.
X. - MALATTIE CELTICHE
Le malattie celtiche, alcune specialmente, costituiscono un si grave nocumento all'organismo umano e tale un pericolo per la società, che devono essere tentati tutti i mezzi per evitarle, o, per lo meno, ridurle a proporzioni tenui e limitate.
Il militare quindi, anche nel dubbio di essere affetto da malattia venerea deve ricorrere senza indugio all'ufficiale medico perchè lo visiti, e deve sottoporsi alle necessarie cure tralasciando ogni senso di malinteso pudore, ed ogni cura empirica che potrebbe essergli consigliata da persone estranee.
Le malattie celtiche sono: la blenorragia, l'ulcera semplice contagiosa, la sifilide e la linfogranulomatosi inguinale sub-acuta o quarta malattia venerea di Nicolas e Favre.
La blenorragia è la più diffusa e la più comune delle malattie veneree.
Non di rado essa passa allo stato di crouicità, con riacutizzazione più o meno frequente (stenosi dell'uretra, ecc.), pur conservando la sua contagiosità.
È quindi una malattia più grave di quanto comunemente si crede e non solamente locale.
Il periodo di incubazione è di tre a otto giorni.
La malattia si trasmette per contatto diretto, soprattutto, coll'atto sessuale.
Ricordare la possibilità di diffusione dell'infezione alle congiuntive oculari per mezzo delle mani o di oggetti contaminati di pus blenorragico.
L'ulcera venerea o molle è caratterizzata da ulcerazione spesso multiple alla regione genitale, ordinariamente circolari, di colore grigiastro, con margini tagliati a picco e fondo irregolare.
Tranne lievi complicazioni (adeniti, fagedenismo) l'infezione ha un decorso benigno.