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Ginnastica maschile

Jacopo Gelli
Ulrico Hoepli Milano, 1891, pagine 108

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   76 Manuale eli ginnastica.
   pone sempre gli stessi esercizi, gli stessi attrezzi; che non permette mai all'istruttore (li variare : al giovane di fare un passo, un salto più lungo o di più di quello o di quanto è prescritto dal regolamento.
   Ciò a noi pare semplicemente (scusate) cretino. Perchè legare in tal guisa, il giovane ; perchè impedirgli di fare più di quanto il regolamento concede? Ma, non vedete, che l'animo del giovane sano e forte, la sua fibra, tutto il suo essere si ribellano contro il regolamentarismo, contro quel casellario limitato e metodico di movimenti che uccide lo spirito e infrange il corpo ? . . .
   Ma, lasciate una buona volta che la gioventù si espanda nella pienezza della sua vitalità, che salti, corra, si muova come e quanto le piace ! Ohe forse l'uomo primitivo aveva alle costole un maestro di ginnastica? che forse regole fisse e determinate misurarono o limitarono i suoi movimenti? La natura e la necessità educarono quei corpi! Per addivenire forti non ci vuole malizia; basta il movimento, nient'altro che movimento. Camminare, saltare, correre, battere, tirare, sollevarsi, non ci vuol altro! Ecco la ginnastica vera e propria : tutto il resto è acrobatismo, più o meno spettacoloso, ma sempre acrobatismo.
   I giovani vogliono che la ginnastica li diverta e se li diverte, la faranno ; ma se li annoiate con tanti comandi, con infiniti metodi, con tante storie inutili, credetelo, preferiranno finire etici, piuttosto che subire tale tortura.
   Però intendiamoci. Non siamo propugnatori della soppressione generale degli esercizi ordinati ed