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Lezioni fondamentali di religione


Compilatrici Editrici Roma, 1927, pagine 75

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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[ Testo della pagina elaborato con OCR ]

   Ma il padrone rispose : — Ali ! servo malvagio ed infingardo, poiché tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso, dovevi dunque dare il mio denaro ai banchieri perchè, ritornando, ne avrei riscosso anche il frutto. Toglietegli perciò il talento e datelo a colui che ha i 10 talenti. Poiché a chi ha sarà dato, in modo che si trovi nell' abbondanza, ma a chi non avrà guadagnato nulla, sarà tolto anche quello che gli fu affidato.
   Dio anche a noi — benché non a tutti con eguale misura — ha dato dei talenti cioè dei doni, tanto nell'ordine naturale (salute, ingegno, ricchezze ecc.) come in quello so-prannaturale (buoni suggerimenti, pie ispirazioni ecc.); di questi doni dovremo tutti rendere un giorno a Dio strettissimo conio, ciascuno, naturalmente, in relazione di quanto avrà ricevuto. A chi fu dato di più, sarà chiesto di più, chi ha avuto di meno, dovrà dare di meno. Ma guai ai neghittosi ed ai vili ! Guai a chi possedendo, ingegno salute e ricchezze, pei• durezza di cuore ed avidità di piaceri, rivolge a suo unico e personale godimento, a sua egoistica soddisfazione, i beni di cui è stato fornito.
   La Parabola del Figliuol prodigo.
   Un uomo — disse Gesù — aveva due figli e il più giovane di quelli disse al padre : — Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. — E quegli divise tra loro gli averi. Dopo