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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   180
   l'arie Quarta — Italia Meridionale
   Lucilio parla dei Consentici come dotati di maggior raffinatezza del rimanente dei Bruzii e più aftmi ai Siciliani e ai Tarantini. Orosio la ricorda quale una città importante durante la guerra di Spartaco e, nel 40 av. C., fu assediata per qualche tempo da Sesto Pompeo, il quale non riuscì però ad impadronirsene. Sotto Augusto ricevette un corpo di coloni e continuò a godere dei diritti municipali sotto l'Impero romano, ma senza il grado di colonia. Il suo territorio andava rinomato pei suoi pometi.
   Verso la fine dell'Impero romano Consentici è di bel nuovo ricordata nell'istoria quale scena della morte (li Alarico re dei Goti, che vi aveva posto il suo quartiere generale, mentre stava disegnando uno sbarco in Sicilia, pochi mesi soltanto dopo la presa di Roma (410 di C.). Come sopra abbiamo (letto, ei fu seppellito nel letto del Busento, dopo deviate e poi ricondotte le sue acque. Col cadavere di Alarico furono seppelliti nel fiume anche i tesori raccolti nel sacco di Poma e, nel 1744, un Ettore Capecelatro tentò dissotterrarli; com'anco, ma infruttuosamente, dopo il 1800. il signor Pavide Andreotti (che scrisse la Storia di Cosenza), allora sindaco e deputato.
   Nel 988 Cosenza fu presa e distrutta dai Saraceni, riedificata nel 992 dai Greci e posta di bel nuovo a ruba ed a fuoco nel principio del secolo XI dai medesimi Saraceni. Quando papa Nicolò II diede, nel 1050, la Calabria col titolo di ducato a Roberto Guiscardo, Cosenza gli si diede spontanea; ma. ribellatasi in seguito al di lui figlio Ruggero, fu stretta d'assedio e fu allora costruita sul eolle più prossimo una fortezza per contenere i Cosentini, i quali furono costretti ad arrendersi.
   Più memorando fu l'assedio del LIGI, in cui la città fu presa e saccheggiata dall'esercito di Roberto Orsino. Fu poi occupata dal Consalvo alle prese coi Francesi sotto il Montpellier. Nel 1539, addì 7 settembre, Carlo V fece il suo ingresso solenne in Cosenza, la quale gli offrì in dono 3000 ducati ed un bellissimo cavallo, oltre gli archi di trionfo e le feste.
   Nel 15G0 fu impiccato ed arso in Cosenza un Bernardino conte valdese, ina, nello stesso secolo intollerante, la città, con altre della Calabria, si dichiarò favorevole alle dottrine del celebre Tommaso Campanella, che disegnava fondare una repubblica Partenopea. Nel 1G38 fu sconquassata da un terremoto che uccise molti abitanti e danni gravissimi le addusse anche l'altro del 1783. Nel 1799 fu occupati dalle orde del cardinale Ruffo, dopo una resistenza accanita dei repubblicani che vi si erano fortificati. Cosenza festante mandò sessanta nobili giovani, abbigliati elegantemente, ad accogliere a 2 chilometri fuori della città il primo Napoleone. Accolse nelle sue mura anche Murat, Ferdinando II e Garibaldi.
   Nel 1812 fu molestata dalle bande brigantesche di Benmeasa, dì Nierello, di Parafanti e di Golia. Nuovi terribili terremoti ebbe a soffrire Cosenza nel 1832 e 1854 e, nel 183G, il colèra.
   11 2G luglio 1814 furono fucilati, sulla piazza di Cosenza, i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera con altri eroi dell'indipendenza, della libertà e dell'unità della patria: morirono impavidi gridando: Viva l'Italia ! Nel 1817 scoppiarono in Cosenza i primi moti politici che preludiarono ai memorandi del 181-8.
   Dei prodi Cosentini così viene compendiando le gesta antiche e moderne uno scrittore vivente: < Giova conoscere l'indole indipendente e guerriera (li questo popolo che si è visto combattere contro Roma, sul Liri, ai fianchi di Pirro a Benevento, al Lacinie in Africa a lato ad Annibale, confederata con Tenesmo, sul Toleno, a Gru-mento, a Frenesie, sotto le mura della città tiberina; in lega con Pompeo, a Siracusa, con Spartaco, cospirare con Catilina, con Clierea, con Campanella, pugnar contro i Goti, i Longobardi, i Saraceni, i Normanni; che si slancia in Oriente con Bocmondo, con Guglielmo e combatte a Tiro, a Nicea, a Tripoli e muore nelle stragi di Chilidge Arslan.
   < Primo cultore della Massoneria nel regno della Carboneria, quando questa promette libertà ed indipendenza; lo si vede lottare contro l'invadente aristocrazia nei