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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
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l'arie Quarta — Italia Meridionale
MANDAMENTI E COMUNI DEL CIRCONDARIO DI COSENZA
APPARTENENTI al distretto militare pi cosenza
Mandamento dì COSENZA (comprende 5 Comuni, con una popol. di 33.120 ab.). — Territorio in monte e in colle, bagnato dal Crati e da diversi suoi confluenti, nella parte centrale del circondario.
Cosenza (19.000 ab.). — Siede a 385 metri d'altezza sul livello del mare, in fondo all'elissoide formata dalle due ramificazioni apen-niniche che la restringono nelle valli, ove domina i casali suoi dipendenti sui fiumi Crati e Busento, che la bagnano. Ristretto è il suo orizzonte, schiuso soltanto a settentrione e da quel punto ammirasi in lontananza il grandioso e pittoresco gruppo di monti che piglia il nome dal Follino (2248 in.).
Cosenza è fabbricata alle falde del colle Pancrazio e di altri sei colli, che scorgonsi nel suo stemma municipale ed addimandansi: il primo Guarassano, il secondo Gramazio, il terzo Triglie, il quarto Mussano, il quinto Venere, il sesto Torrevetere e il settimo Pancrazio. La città ha anzichenò bell'aspetto verso i nuovi quartieri adiacenti alla Prefettura, sulla cui piazza sorge il monumento della rivoluzione calabrese del 1844, con la statua della Libertà del Pacchioni di Bologna, inaugurata nel 1879. Dinanzi al lato sud della città sorge il Teatro nuovo con dinanzi il bel monumento marmoreo innalzato alla memoria dei Fratelli Bandiera. Il monumento rappresenta l'Italia che, divenuta finalmente libera ed una, porge la corona d'alloro ai due eroi dell'indipendenza, fucilati nel 1844 coi loro compagni nel vallone di Rovito, ove fu posta in memoria una colonnina granitica. In vicinanza del monumento veggonsi i busti di Garibaldi. Mazzini, Cavour, Telesio, Giovanni Pezzullo, monaco dottissimo vissuto nel secolo passato, che ha lasciato nn vistoso patrimonio a beneficio dei giovani studenti universitari della provincia di Cosenza.
Immediatamente incomincia il corso Guicciardi, allenissimo passeggio pubblico fra i suddetti monti, con veduta stupenda della città, il quale arriva fin presso al castello,, l'antica Rocca Bretica, che fu testimonio dei fatti d'armi più gloriosi di Cosenza. Ricordo fra gli altri un Carlo Siscara, che giurò seppellitisi anziché cederla al D'Au-bignv, e Peron De Basqui, capitani di Carlo Vili.
Da quelle alture lo sguardo spazia sui sobborghi lungo le sponde del Crati e del Busento, collegati da ponti alla città e sui casali sparsi pittorescamente in giro. In mezzo al letto del Grati sorge una cappelletti del Crocefisso, sempre rispettata sinora dalle sue acque furibonde nelle piene, di cui le più terribili e memorabili avvennero nel 1508, 1590, 1729 e 1791, descritte dall'accademico cosentino V. il. Greco.
Più su delTeat.ro Nuovo sorge il gran collegio Bernardino Telesio, gloria principale di Cosenza, e, dal lato nord-est del collegio, veggonsi la facciata e l'area del Teatro Vecchio, atterrato dai Gesuiti.
In alto sta l'Orfanotrofio e quindi il palazzo di Giustizia con le sue carceri; in seguito la chiesa di San Francesco da Paola e, più in fondo, la cupola della chiesa di San Domenico, nelle citi vicinanze è la nuova stazione della ferrovia che congiunge Cosenza alla gran linea Taranto-Reggio. Sotto l'Orfanotrofio sono le carceri di Sant'Agostino con l'annessa chiesa.
La bella e grande Cattedrale (tig. 29-30) fu quasi per intiero rifatta nel 1750 dall'arcivescovo Capere Galeota; nella facciata veggonsi ancora tre porte antiche e il finestrone tondo, sciupato nel 1831 con un mal condotto ristauro gotico.