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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   il re aragonese fatto assassinare proditoriamente in Napoli, i suoi domini! furono, in capo ad alcuni giorni, aggregati ili bel nuovo alla Corona.
   Nel 1505 Ferdinando il Cattolico assegnò la contea di Mileto a Diego di Mendoza e d'allora in poi, sino all'abolizione del feudalismo nel reame di Napoli, la città rimase in potere dei ducili dell'Infantado della stirpe dei Mendoza, che hanno ancora grandi possessioni nel paese. I Sanseverino, al tempo di Carlo V, contestarono giurìdicamente ai Mendoza la legittimità della loro signoria di Mileto; ma alla lite fu posto fine da un'ordinanza del viceré Don Fedro di Toledo, il quale assegnò al principe di Bisignano il prodotto dell'imposta sulla seta in Calabria, a condizione di rinunciare alle pretese che sosteneva in tribunale.
   Mileto annovera altresì nei suoi annali la visita, nel 1535, di Carlo Val suo ritorno da Tunisi. Dopo la morte del gran conte Ruggero, sino alla fine del secolo XVIII, l'istoria di Mileto è sopratutto ecclesiastica per le contese incessanti ed interminabili fra il vescovo e la ricchissima abbazia della Santa Trinità, fondata e dotata dal suddetto Ruggero. Nel 17GG il governo borbonico, sotto il ministero del celebre Tanucci, incamerò i beni dell'abbazia e ne assegnò le entrate all'Accademia delle Scienze di Napoli.
   11 moderno Mileto non occupa più, come abbiamo visto, il sito di quello del gran conte Ruggero, non ha che un secolo di esistenza e già la sua storia offre più d'una pagina insanguinata. Nel 1799 il famoso cardinale Ruffo, sbarcato a Bagnara e coadiuvato dal colonnello Winspeare, dall'uditore Angelo Fiore, dal canonico Spasiani e dal prete Rinaldi, mise insieme un'accozzaglia di soldati disertori o congedati, di malfattori e di fuggiti dalle carceri ed uscì con questa ciurma entusiasmata di facinorosi da Bagnara sottomettendo, senza colpo ferire, le città o terre sino a Mileto.
   Certosa di Santo Stefano del Bosco,
   A circa 21 chilometri a levante da Mileto, nelle alte montagne della Serra e in una valle appartata, sono le rovine della già si famosa Certosa o monastero di Santo Stefano del Bosco, presso Serra San Bruno. Si possono visitare seguendo un sentiero montano che da Mileto traversando il fiume Mesima e il suo affluente Marepotamo, e toccando un gruppo di villaggi greci, lungo la sponda sinistra di questo secondo fiume, giunge a Soriano. Presso quest'ultimo sonvi le vaste rovine del monastero domenicano di San Domenico Soriano, distrutto dal terremoto del 1783, ed un sentiero attraverso Sorianello e il basso giogo di Monte Astore conduce alle rovine della magnifica Certosa, in cui San Bruno istituì il suo Ordine austero e rigoroso.
   San Bruno, indotto dal gran conte Ruggero d'accordo con papa Urbano II a porre dimora in Calabria, fondò la Certosa nel 1094 mercè le largizioni del conte, il quale fece di lui il suo amico e il suo consigliere in parecchie importanti circostanze. Egli fu anche il padrino del suo secondogenito. San Bruno morì nella Certosa di Santo Stefano del Bosco nel 1101, l'anno stesso in cui muri il gran conteRuggero.il suo corpo si conserva, con quello del beato Lanvino, suo compagno, nella piccola vicina città di Serra San Bruno.
   Prima del grande e memorabile terremoto del 1783 la Certosa di Santo Stefano del Bosco presentava l'aspetto di un castello ben munito, piuttostoehè quello di un cenobio o convento di religiosi. Era difesa dall'artiglieria ed aveva un'annua rendita di 100.000 ducati. Fu considerata come il santuario più rinomato dell'Ordine monastico dei Certosini ed andava celebrata per la sua magnificenza e le sue ricchezze, com'era venerata per la santità del suo fondatore.
   La Certosa sta come fu lasciata dal terremoto, dacché, quantunque fosse fatto 1111 tentativo poco dopo la sua distruzione per rialzarla in proporzioni minori e ri porvi la sede dell'Ordine dei Certosini, la soppressione degli Ordini monastici pei Francesi pose line al restauro. Nel corpo della chiesa vi sono mucchi di altari infranti, iscrizioni