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a cura di Federico Adamoli Aderisci al progetto! MonlMronr all'obbedienza di Carlo d'Angiò e guerreggiò contro i Ghibellini in quella parte della Calabria, lincile la nuova della battaglia di Senreda c della cattura di Conadiuo disperse i partigiani degli Ilohenstanfen, mostrando loro l'inanità dei loro sforzi. Il 4 ottobre del 1270 Carlo I d'Angiò condannava i Comuni di Nicotera e Seminara a sborsare 13G oncie d'oro a Pietro di Monteleone, per indennizzarlo dei danni che aveva sofferto durante la guerra nei suoi possessi. Monteleone rimaneva®! ancora in quel tempo una città quasi esclusivamente greca. Il primo convento di monaci latini, quello dei Francescani, non vi fu fondato che nel 1280 e scorsero quasi duo secoli innanzi che due altri ve ne sorgessero, quello degli Agostiniani, nel 1434 e quello dei Domenicani, nel 1455. Nel 1507 Ferdinando il Cattolico eresse Monteleone in ducato in favore di Ettore Pignatelli, che ne aveva fatto acquisto, e la città divenne quindi un centro intellettuale assai attivo che diede particolarmente molti cospicui personaggi al clero napoletano. \ i fu fondata VAccademia degli Incostanti per opera di Giovanni Antonio Capialbi di nobile famiglia oriunda di Stilo, nella provincia di Peggio Calabria e stabilita a Monteleone, la quale diede parecchi letterati. Questa prima accademia fu poi surrogata da un' Accademia Fi orini ontano, che esiste tuttora. Nel memorando tremuoto del 1783, mentre tutte le regioni adiacenti erano devastato, Monteleone poco partecipi alla scossa generale e rimase quasi immune. Nel 1790 era una città liberale e repubblicana, come Catanzaro, Cosenza, Cotrone e tutte quasi le altre della Calabria. Fu assalita per la prima dalle orde del cardinale Ruffo adunate nella vicina Mileto; ma i giovani più compromessi della nobiltà avevano avuto agio di riparare a Napoli, ove formarono un nucleo di quella legione calabrese clic combattè sotto una bandiera nera coli'iscrizione: Vincere, vendicarsi e morire, e che seppe infatti morire eroicamente difendendo il ponte della Maddalena nella giornata suprema della Repubblica Partenopea Bloccata dalle prime leve dell'esercito della Santa Fede, Monteleone capitolò e si riscattò consegnando i fucili della sua guardia nazionale, ì cavalli dei ricchi possidenti ed una grossa somma di danaro. Sotto Gioachino Murat, Monteleone giunse al colmo della sua prosperità. Le due Provincie della Calabria Ulteriore (ora di Catanzaro e di Reggio Calabria) non ne formavano allora che una sola. Il capoluogo non poteva essere nè a Reggio — di cui non si ebbe il possesso definitivo che sullo scorcio del 1809 e che rimase sempre sotto i cannoni della squadra inglese stanziata a Messina — nè a Catanzaro esposta agli assalti dei briganti della Sila e la cui situazione non era per altra parte bastantemente centrale. 11 capoluogo fu perciò posto a Monteleone, il quale divenne inoltre il quartier generale dell'esercito concentrato da Murat nelle Calabrie per respingere, nel 1809, l'assalto degli Anglo-Siculi e quindi, nel 1810 e 1811, per apprestare la grande spedizione di Sicilia di cui pareva imminente la riuscita, quando Napoleone costrinse Murat ad abbandonarla, per inviare ad essere inghiottite nella fatale spedizione di Russia, le forze raccozzate faticosamente in Calabria. In quei giorni furono costruite le grandi caserme di Monteleone, coi principali edilizi pubblici, e furono aperti i bei passeggi per agevolar gli esercizi e le manovre dei soldati. La sede dell'ainminist razione di lina grande provincia e il quartier generale permanente di un esercito tiaggono necessariamente con sè l'affluire di un gran numero di persone estranee, le quali non tardano però a dilegnarsi quando cambia la situazione delle cose. La popolazione di Monteleone crebbe sino quasi a 20.000 abitanti durante il regno di Marat, per cadere ad 8000 circa quando la ristorazione borbonica fece scendere la città allo stato di una semplice sotto-prefettura senza comando militare. Monteleone non poteva perdere la ricordanza della sna floridezza perduta : vide nella Ristorazione la cagione della sua decadenza e fu necessariamente avversa ai ![]() |