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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
Moiilcleono ili Calabria
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dallo suo mura elleniche. Esse non sono certo più così ben conservate come nel 1757, quando furono misurate e descritte dai dottori Cesare Lombardi e Domenico Pigna-taro (descrizione pubblicata nell'agosto 1S82 dal giornale locale VAvvenire Vibonese) e dal predetto Vito Capìalbì; ma dalle vestigio superstiti se ne può percorrere ancora il perimetro di circa 0 chilometri di sviluppo. Sulla collina, incoronata dal castello medievico eretto da Federico li ed ora in rovine, sul pendio della quale giace ora Monteleone, in antiteatro verso ovest sorgeva l'acropoli. Dal lato nord, verso il villaggio di Saut'Onofno, gli approcci erano preceduti, a un centinaio di inetri, da un primo muro esterno e l'intervallo fra i due muri era un sepolcreto.
Ma gli è nel!' interno della città che scorgesi quel eh' essa possiede in rovine romane, di cui la principale è quella che gli archeologi locali denominarono le Terme, muraglia nel cosidetto opus reticulatum, che sten desi in facciata per una quarantina di metri lungo una delle strade.
Nel giardino, già dei Francescani, la forma dì un teatro antico si delinea nettamente e la cresta dei muri in grosse pietre calcari affiora il terreno. Secondo il Lenormant e il generale Bussolini il disegno del teatro è greco e fruttuosi ne riuscirebbero gli scavi.
PORTO SANTA VENERE
Scendendo da Monteleone, pel villaggio di San Pietro di Bivona, alla costa, si arriva al porto di Santa Venere, a 8 chilometri dalla Marina di Pizzo. Addiuiandasi Santa Venere da un'antica e mutilata statua marmorea che trovasi colà ab immemorabili, e che fu collocata sopra ima piccola fontana.
Il Governo italiano ha fatto costruire a porto di Santa Venere un molo arcuato di uno sviluppo assai ampio (ben metri 5(10), approfittando di una catena di scogli sottomarini naturali. Monteleone fu così dotato dì un porto spazioso pei vapori che fanno servizio della costa e pei bastimenti di cabotaggio, non più costretti a gittar l'ancora nella rada alta di Pizzo in preda ai colpi di vento.
IL castello DI BIVONA E IL PORTO ANTICO DI 1PPONIO E vibo VALENTIA
A nord di Monteleone, in una piccola pianura alle falde della collina, sorge il vecchio castello abbandonato di Bivona a un chilometro dal mare, ove si pesca il tonno così rinomato sin dall'antichità. 11 castello è dei tempi Angioini, rimaneggiato al principio del secolo XVI per ricevere i cannoni in difesa della costa. Vogliono alcuni che il gran conte Buggero facesse togliere dal castello le magnifiche colonne di breccia africana che fece collocare nella cattedrale di Mileto; ma la tradizione è vaga e contraddittoria.
In stretta vicinanza, e in fondo all'angolo della costa che piega a ovest in direzione dì Briatico e del capo Zambrone, stava il porto antichissimo ri'Ipponìo e poi di Vibo Valentia in situazione favorevolissima e pienamente coperto da tutti i venti. Codesto porto serviva ancora ai tempi di Federico II Hoheiistaufen e persino nella metà del secolo XVI quando fu costrutto il castello per proteggerlo. Ora è colmato dalle alluvioni e dalle sabbie, ed una laguna niarenimosa pochissimo profonda e comunicante col mare, non rappresenta più che una porzione della sua estensione. Oltre la spiaggia odierna scernonsi ancora sottacqua avanzi ragguardevoli dei moli esterni. Presso il lembo della suddetta laguna grossi pilastri riquadrati in mattoni e di costruzione romana, schierati in linee regolari, sporgono fuori (li distanza in distanza. Esse sorreggevano arcate in giro al porto intiero, arcate che, secondo gli scrittori calabresi dei secoli XVI e XVII, esisterono sino al Rinascimento e furono allora demolite per impedire ai pirati barbareschi di annidarvisi.
L'arcata di mezzo, al dire di questi stessi scrittori, era di marmo assai più ampia ed alta delle altre, formando come una specie di arco di trionfo, e sulla.sua chiave