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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Parie Quarto — Italia Meridionale
   Ipponio, poi Vibo Valentia.
   Importante e rinomata fu Ipponio od Ipponiute, detta poi dai Romani Vibo Valentia, antichissima città ellenica, la quale sorgeva sul luogo stesso ove siede ora la città di Monteleone.
   < Fin dall'epoca neolitica (o divisione più recente del periodo della Pietra) scrive il Lenormaiit nella Grande Grèce(vol. Ili, p. 1GG) eravi una stazione umana sul pianoro di forma ovale, discosto 4 chilometri a volo d'uccello dal mare, ove fu costruito più tardi Ipponio. Vi si rinvengono di frequente azze od asce piccolissime in pietra pulita; ne ho visto parecchie nelle collezioni particolari di Monteleone e vennenii fatto portarne una al Museo di San Germani. I cocci della maiolica nerastra pre-ellenica (piai la si osserva-nelle epoche più antiche in tutte le parti d'Italia, incontransi in copia in varie parti del pianoro suddetto. Tutto ciò ci riconduce ad un tempo anteriore alla fondazione d'Ipponio ».
   Pel rimanente, nulla sappiamo delle origini d'Ipponio ni della data della sua fondazione, la quale deve risalire al VII od, al più tardi, al VI secolo avanti l'èra nostra, data, come si vede, antichissima. Era indubbiamente d'origine greca e Stra-bone afferma che era una colonia della Locri italica nel lato opposto della penisola 1 Jruzia. Non se ne trova, ripetiamo, menzione nell'istoria, ma pare fosse una città ragguardevole sino al 389 av. C. in cui fu presa da Dionisio, tiranno di Siracusa, che la distrusse, ne trasportò gli abitanti a Siracusa e ne abbandonò il territorio ai Locrii.
   Dieci anni dopo però, vale a dire, nel 379 avanti C., fu riedificata dai Cartaginesi che vi ricondussero gli abitanti; ma non godè però lungamente della sua indipendenza, come quella che cadde in potere dei Bruzii, poco dopo, a quel che pare, il 35G av. C., data della prima comparsa di questo popolo nell'istoria. Fu loro tolta però per qualche tempo, nel 291 av. 0., da Agatocle, altro tiranno di Siracusa, il quale pare la considerasse quale una fortezza importante e vi costruì un porto od una stazione navale ma, dopo la partenza di Agatocle, la guarnigione che
   aveva lasciata ad Ipponio fu messa a iil di spada dai Bruzii che riconquistarono la città, la quale continuò a rimanere nelle loro mani finché cadde, col rimanente della penisola Bruzia, sotto il giogo di Roma, che, poco dopo il termine della Seconda Guerra Punica, vi stabilì una colonia, composta di non meo di 4000 coloni, 300 cavalieri inclusive, sotto il nome di Vibo Valentia, sostituito ni primitivo greco d Ipponio.
   La colonia romana par fiorisse rapidamente e divenisse una delle città più importanti e cospicue in questa parte d'Italia. 11 suo porto, costruito, come abbiani detto, da Agatocle Siracusano, serviva all' esportazione del legname da costruzione dalle foreste della Serra e grandi cantieri furonvi stabiliti per le costruzioni navali. Cicerone qua litica Vibs Valentia una nobile ed illustre città municipale, ed Appiano la annovera fra le più floride città d'Italia, il cui possesso fu promesso dai Triumviri ai soldati. Durante le guerre civili rappresentò una parte importante quale stazione navale. Nella guerra fra Cesare e Pompeo, il primo vi stanziò porzione della sua squadra che vi fu assalita da Cassio; e nella guerra dì Ottaviano contro Sesto Pompeo divenne il quarti® generale e la principale stazione navale del Triumviro. Attestano le iscrizioni che Vibo Valentia continuò sotto l'Impero romano ad essere una florida città municipale; il suo nome è ricordato da tutti i geografi e rinvienisi ancora negli ltinerarii del quarto secolo.
   Era situata sulla strada maestra principale conducente giù pel Bruzio allo Stretto siciliano e nell'iscrizione dell'antica via Papilla distava 57 M. P. da Cosenlia (Cosenza) e 51 dalla colonna allo Stretto. La sua situazione la rendeva perciò un approdo conveniente alle persone provenienti od avviato alla Sicilia per mare; noi troviamo