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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
Mandamenti e Comuni del Circondano di Cotrone
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città dei tempi greci e romani, come vedremo qui sotto. La sua situazione è tale in fatti ch'essa dovette attrarre ili buon'ora l'attenzione degli abitanti di quelle regioni e fissare un nucleo di popolazióne. Sulla sponda destra del Neto, in territorio ferace di olio o vino squisiti e con pascoli ubertosi, essa siede in luogo elevato e salubre, in vetta ad un'altura rocciosa, cinta ogn intorno da precipizi che la rendono una fortezza naturale e quasi inespugnabile. Alte montagne la signoreggiano: da vicino, monte Fuscaldo a sud e a nord-ovest monte Capraio, dietro il quale ergesi la cima vieppiù alta della Serra Gocciolo (1211 ni.). Vi Si ammirano alcuni cospicui edifizi privati, un castello antico, alcune chiese, fra le quali primeggia la Metropolitana, un Ospedale, un Seminario e un Monte di pietà.
Ce>i>ii storici. — 11 nome antico di Santa Severina era Siberena (SSep^/j in greco), città degli Enotrii, secondo Stefano di Bisanzio. La sostituzione del nome di Santa Sevei ma all'antico pare avvenisse verso il secolo X, quando la cattedrale fu dedicata a Santa Severina martire, la quale non è però calabrese e pare fosse adottato per la sua assonanza con Siberena.
Verso l'840 — l'anno mal puossi determinare con certezza — fu presa dagli Arabi di Sicilia, che approfittarono della sua formidabile situazione strategica per fondarvi una colonia mussulmana, coll'aiuto della quale devastavano e dominavano i dintorni. Codesta colonia durò più di quarant'anni e la città non fu tolta agli Infedeli che uell'SSo da Niceforo Foca, generale dell'imperatore Basilio I. D'allora in poi fu sempre cristiana e solo nel secolo seguente prese, come abbiamo detto, il nome di Santa Severina. Dal 981 si conosce la lista ininterrotta dei suoi vescovi.
Quando Roberto Guiscardo conquistò la Calabria, Santa Severina fu una delle città che serbarono più salda fede all'imperatore greco. Roberto non 1 ebbe per capitolazione che dopo un lungo assedio. Nel 1096 Stefano, vescovo di Santa Severina, rinunciò al rito greco per abbracciare il latino e si sottomise all'ubbidienza del papa. Fu il primo fra i prelati della Calabria a dare quest'esempio. 11 perchè fu conservato nel suo grado di metropolitano coll'aumento del ninnerò dei suoi suffraganei, fra i quali tu compreso il vescovo di Lipari, il che fu confermato nel 1183 da papa Lucio III.
Nel secolo XIV, Ugo di Santa Severina, prelato erudito e letterato, fu uno dei corrispondenti del Petrarca. La città incominciava allora a scadere. Al termine del X V secolo formava parte dei vasti domlniì di Antonio Ceutigìia, il celebre marchese di Cotrone, di cui già abbiamo trattato. Quando re Federico, in castigo delle sue ribellioni, confiscò i suoi feudi, diede quello di Santa Severina, col titolo di conte ad Andrea Caraffa, il quale fu confermato nel feudo e nel titolo nel 1503 da Gonsalvo di Cordova iu nome del re di Spagna. Questo Andrea Caraffa fece costruire il castello che vi si vede ancora benché smantellato in parte.
La peste del 1529 spopolò siffattamente Santa Severina che il censimento del 1532 non vi trovò più che 489 fuochi. Nel 1545 il numero risali a 747 per ridiscendere a 414 nel 1561 e a 307 nel 1595, a cagione dell'emigrazione delle famiglie più cospicue per sottrarsi alla tirannia e alle angherie dei feudatari Caraffa. I quali venderono, nel 1608, il feudo ai Ruffo; ma la decadenza della città, una volta incominciata, continuò sempre non meno rapida nel secolo XVII. Nel 1669 i percettori erariali non vi trovarono che 105 fuochi. ¥u il termine estremo della decadenza di Santa Severina, nella quale, durante il secolo XVIII e cessato il dominio spagnuolo, si ebbe un movimento ascendente nella popolazione.
Uomini illustri. — Al principio del secolo Vili o negli ultimi anni del VII, dacché è ignota la data precisa, nacque in Santa Severina papa Zaccaria, innalzato al trono pontificio il 28 novembre del 741 e santificato, per le sue virtù, dopo la sua morte, nel 752. Egli seppe assodare non solo ma accrescere l'autorità pontificia. Luitpiando, re dei Longobardi, fu costretto a restituirgli le conquiste fatte nell'Esarcato ed a
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