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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   k cittadella esistente tuttora. Nella conquista del reame di Napoli per Carlo IV di Borbone, Cotrone fu tolta dagli Spagnnoli agli Imperiali senza grande resistenza, il 22 giugno 1731.
   Cottone moderna. Alla fine del gennaio 1799 giunse a Cotrone la nuova dell'ingresso del generale francese Cliampionnet in Napoli, nonché della fuga del re Ferdinando e della regina Carolina in Sicilia. La città si mostrò favorevole in generale alla proclamazione della Repubblica Partenopea, ma non andò guari clic il famigerato cardinal Ruffo, giunto da Palermo, ov'erasi ricoverato col re fuggiasco e sbarcato a Pagliara col titolo di vicario generale del regno, raccozzò un esercito composto di soldati congedati, di disertori, di galeotti liberati dai bagni siciliani e posti sotto il comando di briganti dì professione, fra i quali i famosi Fra Diavolo e Mammone. La squadra inglese gli somministrava fucili, cannoni e munizioni.
   11 4 marzo del 1799 il cardinal Ruffo investi Cotrone con oltre 10.000 uomini del suo esercito detto della Santa Fede. Nulla era in pronto per la difesa. I baluardi della città e la cittadella scossi e minati qua e là dall'orribile terremoto del 1783 e non ancor riattati, offrivano parecchie breccie facilmente praticabili. Non un cannone Ber la difesa: 32 soldati francesi per guarnigione e da 200 a 300 cittadini armati ili fucili da caccia e di vecchi tromboni. Cotrone chiese perciò la capitolazione. Ma il cardinale la ricusò; egli voleva la resa a discrezione, che consegnava alla sua vendetta Implacabile i palpitanti della Repubblica e i nemici della sua famiglia. D'altra Baite quel clic voleva era di entrare nella città per la breccia, come quegli clic aveva promesso alle sue avide bande senza soldo il saccheggio delle ricche case della nobiltà cot.ronese.
   Fu dunque dato l'assalto, il quale costò assai caro ai regi.! pochi e male armati appostati sulle breccie delle mura si difesero disperatamente per un giorno intiero e tutti i suddetti 32 soldati francesi della guarnigione perirono combattendo eroicamente. Presa la città, il cardinale l'abbandonò al saccheggio delle sue orde, del quale mal si potrebbero narrar qui gli orrori e le nefandezze. Come ciò non bastasse parecchie centinaia dei difensori sopravvissuti della città furono fucilati. 11 terzo giorno dopo la resa, il saccheggio e l'eccidio, il cardinale fece innalzare all'aperto un altare, intuonò d Te De.um ed impartì l'assoluzione generale per gli eccessi commessi.
   Nel 1806 Napoleone, vincitore in Austerlitz, si accinse, dopo firmato il trattato di Presburgo, a detronizzare i Borboni di Napoli, ch'eransi dichiarati fin favore dell'Austria nella guerra. Nel marzo di quell'anno, alcuni giorni dopo la battaglia di Campo Tenese, nn distaccamento dell'esercito del generale francese Reyuier, incaricato delle operazioni militari nelle Calabrie, andò all'assalto dì Cotrone, che fu preso dopo una breve resistenza, 11 generale francese diede tosto ordine di ristaurare e d'armare la cittadella per la difesa contro la squadra inglese, Fn incaricato dell'armamento di essa il celebre, arguto scrittore Paolo Luigi Courier, allora capo-squadrone d'artiglieria (assassinato poi nell'aprile del 1S25 da mano ignota), il quale lasciò nelle sue lettere una descrizione umoristica delle vicende guerresche e brigantesche delle Calabrie iu quei semi-barbari tempi.
   Sullo scorcio estremo del secolo XIT il vescovato di Cotrone passò dal rito greco al latino. Il primo vescovo fu San Dionigi Arcopagita.
   UOMINI ILLUSTRI
   Molti ne diede Crotona liei tempi antichi, fra i quali i seguenti: Orfeo, poeta epico, autore dell'Jnjonautiea, iu cui cantò le imprese degli Argonauti; l'atleta Milone, di cui è detto più sopra, e di cui seolpì la statna Deinea, anch'esso di Crotona; Demodoco, filosofo e medico dottissimo, il quale, essendo schiavo in Sardi, fu liberato e arricchito