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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
Coirono
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era siffatta clic fu persino inciso sopra una moneta. Senonchè, col crescere degli anni, decrebbero le forze dì Mìlone, il quale, viaggiando un giorno a traverso le selve della Sila ed imbattutosi in una quercia enonne che i boscaiuoli avevano lasciata spaccata a mezzo, entrovi i conii o le biette, volle compiere la spaccatura; ma egli non riuscì che a far cadere le biette, sì clt'ei rimase, còlto per le mani fra le due metà rinserratesi della quercia e, 11011 potendosi più svincolare, fu divorato dai lupi. Questo fatto leggendario fu scolpito mirabilmente dallo scultore francese Puget.
3. Battaglia della Sagra. — La potenza crescente ogni dì più di Crotona era una minaccia incessante per la vicina città e colonia di Locri (di cui trattammo sotto Gerace), la quale invocò l'aiuto di Sparta, che uon volle prender parte a guerre lontane. La lotta fra le due città scoppiò intorno al 5G0 av. C., come attcstano concordemente due rinomati storici moderni, Heyne e Grote. Il fiume Sagra, da cui prese nome la celebre battaglia della Sagra, non è altrimenti l'odierno Alaro, che, nelle sue piene subitanee, dilaga, devastando, in un'ampia valle, ina è il Turbolo, torrente un po' più meridionale, che rovina dalle montagne in borri profondi e selvatici, i quali formano una specie di Tennopili alpestri.
I Crotoniati, tentando di schiacciare col numero i loro avversari e porre fine con un sol colpo alla guerra, riuscirono a raccogliere un esercito variante, secondo tutte le testimonianze, fra i 130.000 e i 100.000 uomini, sotto il. comando dell'atleta Autoleone o Leonìnio, mentre ì Locrii non ne avevano potuto raccozzare che 15.0C0 secondo Trogo Pompeo e 10.000 secondo Strabene, il quale soggiunge però che essi erano rinforzati da mi soccorso inviato da Reggio Calabria.
II cozzo avvenne al valico della Sagra nelle suddette Termopili alpestri, in cui i Crotoniati non poterono spiegare tutte le loro forze raccogliticcie. I Locrii avevano scelto mirabilmente, per attendervi i Crotoniati, una di quelle posizioni che sembrano apparecchiate dalla natura per agevolare la difensiva di un pugno d'uomini risoluti contro un grande esercito. Essi combatterono coll'energia della disperazione e, quantunque non fossero che uno contro dieci, riportarono, dopo un lungo e sanguinoso combattimento, una compiuta vittoria. La quale fu magnificata in mille guise nella tradizione e nell'istoria.
4. Pitagora a Crotona. — < Dopo il disastro della Sagra — narra Giustino — i Crotoniati divezzaronsi dalle armi chè avevano loro giovato sì poco e, senza l'arrivo di Pitagora nella loro città, sarebbero piombati nel lusso e nella mollizie di Sibari
Il famosissimo filosofo di Saino, Pitagora, andò a porre dimora a Crotona verso il 532 avanti C. Contava allora 40 anni e certo è che la predicazione delle sue dottrine a Crotona fu contemporanea al regno di Policrate a Samo e a quello di Tarquinio il Vecchio a Roma. E quali erano le dottrine di Pitagora? Non è qui il luogo e troppo lungo sarebbe il pur dinumerarle nonché discuterle. Come tutti sanno, ei fu l'apostolo della teoria notissima della metempsicosi (o trasmigrazione post mortem da un corpo all'altro), che pare rifiorisca presso alcuni filosofi odierni e viventi sotto il nome di Reincarnazione delle anime; ei fu creatore in matematica, in geometria, in aritmetica, e la Tavola Pitagorica è sempre in vigore dopo tanti secoli; egli inventò una teologia matematica e predicò una inorale purissima.
Nato nell'isola di Samo da un Mnesarco, mercante o, secondo altri, incisore di sigilli, viaggiò, dicesi, in Oriente, di cui s'appropriò le dottrine teologiche e filosofiche e, prima sua cura arrivando in Crotona, fu di prendervi moglie. La tradizione più generale ed avvalorata dalle migliori testimonianze vuole che Pitagora sposasse Teano, figlia di Brontino, uno dei notabili di Crotona, e ne avesse due figli, Telangete e Mnesarco, e due figliuole, Mia e Arignote,
< E a Crotona — scrive Paolo Bourget, nelle sue poetiche Sensations eV Italie (Parigi 1851, p. 310) — che fu tentata e, nel modo più compiuto, un'esperienza unica nella