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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti c Comuni del Circondario di Catanzaro
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   ordine e senza critica, ma contenente un certo numero di fatti interessanti. Vi nacque a licite nn Francesco Grano, autore di un poema latino: De sita landibusque Vulabriae.
   Coli, elett, e Dioc. Catanzaro — P2, T. e Str. ferr.
   Audali (1515 ab.).— A G25 metri d'altezza sul mare, da cui dista 15 chilometri e (> a nord da Oropani, alle falde della Sila, in situazione elevata e con territorio ricco di uliveti, vigneti e di pingui pascoli con bestiame.
   Cenni storici. — Fu fondato da una colonia albanese nel secolo XVI e fu un feudo dell illustre famiglia Poerio, di cui toccheremo sotto Belcastro.
   Coli, elett. Catanzaro — Dioc. Santa Severina — P2 a llelcastro, T. a Cropani, Str. ferr. nella fraz. Botricello.
   Belcastro (1213 ab.). — All'altezza di 533 metri sul mare, a 8 chilometri a nord da Cropani, alle falde di un monte presso il fiume Crocchio, che bagna con altri torrenti il suo territorio, ampio e ferace di granaglie, castagne, foglia di gelsi, con pascoli e bestiame. Cattedrale di bella architettura, castello che domina il paese, Seminario, Opera pia, ecc. Due cave di gesso, di cui una qualità adoperasi per lavori artistici e l'altra per pavimenti, e cava di pietra bianca calcarea tenera. Sorgente d'acqua salata, che deponi! dopo una bollitura, molto sale più pungente del marino.
   Cenni storici. —Belcastro fu in addietro una città con Vescovato; ma dalla metà del secolo XVI, andò sempre decadendo, sì che ora non è più che un villaggio. La signoria di Belcastro, posseduta, sotto i Normanni e sotto i principi della dinastia sveva, dai conti d'Aquino, discendenti dai duchi longobardi di Benevento, fu eretto in contea da Tommaso, cugino germano di San Tommaso d'Aquino, cioè, figliuolo di suo zio Adinolfo.
   Tommaso, primo conte di Belcastro, ebbe il comando dell'esercito di Carlo d'Angiò in Terra di Lavoro, quando fu invasa nel 1281 da Ruggero di Lamia. Dopo la sua morte la contea passò ad un altro Tommaso, figlio e luogotenente dell'Adinolfo d'Aquino, signore di Castiglione, nominato dal re Roberto il Savio capitano della Calabria,
   Morto senza discendenti un terzo Tommaso conte di Belcastro, la contea passò in retaggio ai Sanseverino, quindi ai Ruffo conti di Catanzaro. Compreso nei domimi di Antonio Centiglia e nella sua confisca, fu donato da re Ferdinando a Gian Giacomo Triulzio; ma, essendo stato anche questi dichiarato alla sua volta ribelle da re Federico, la sua contea di Belcastro fu concessa, nel 1500, da quel re a Costanza, figliuola di Inigo D'Avalos e maritata a Federico Del Balzo, duca di Francavilla e conte d'Acerra, la quale ne fece dono, nel 1533, a suo nipote, il celebre Alfonso D'Avalos marchese del Vasto. Le successive vicissitudini di questa signoria e le sue vendite successive a varie famiglie, fra le quali i Pignatelli, ì Sersale e i l'oerio, non hanno interesse storico.
   11 Barri» ha posto a Belcastro Chone, antica capitale dei Choni, di cui abbiamo trattato in addietro e ch'era certamente altrove, a nord del Noto ; e, peggio ancora, ha affermato che vi nacque San Tommaso d'Aquino. Il padre del Dottore Angelico, Landolfo conte d'Aquino, possedeva, è il vero, Belcastro, ina il santo nacque nel castello di Roccasecca, a 5 chilometri da Aquino in Terra di Lavoro, e ciò non ammette più dubbio.
   Uomini illustri. — Belcastro va superba di aver dato i natali a Giuseppe l'oerio, barone di Belcastro, padre di Alessandro, poeta e patriota morto a Venezia nel 1818 per ferita toccatagli combattendo a Mestre, e di Carlo Poerio, celebre nomo di Stato, morto a Firenze nel 1807. Giuseppe Poerio, padre dei due precedenti ed insigne avvocato, fu anch'egli un grande patriota. Consegnato, nel 1799, da Nelson ai Borboni, fu condannato a morte ed ebbe la pena commutata nell'ergastolo. Liberato in capo a due anni, esulò dal 1815, tornò nel 1820 a Napoli e fu poi relegato in Austria, prima a Graz e poi a Trieste; visse dal 1823 in Firenze e dal 1833 a Napoli, ove morì il 15 agosto 1813. Era nato nel 1775.
   Coli, elett. Catanzaro — Dioc. Santa Severina — I'2 e T. locali, Slr. ferr. a Ifotricello.