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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   l'arte Quarta — Italia Meridionale
   esastilo, vale a ri ire con sci redoline di frinite. Quella colonna è Varunzo jiiìi antico di archile!! ara fjreea ehe esista sui coalìncìile ìkiliam e l'edilizio, (li cui è ftalico residuo, non prò essere stato innalzato pile verso In fine del secolo \II avariti l'èra volgare od al principio del YI, un centinaio d'anni prima della fondazione ili Crolrnia. Ritta sul basamento massiccio, ora vedova delle sue compagne, la colonna signoreggia, dall'apice della sua altezza ragguardevole, alcune vicine costruzioni moderne, di eni la principale è una masseria del barone riaracco.
   Il tempio di Giunone Lacinia aveva il suo posto nel eiclo delti tradizioni riguardanti l'emigrazione di Enea in Italia. Non solamente Virgilio ne fa menzione come uno dei punii MPJiineWfe mSrillimo dell'eroe troiano al suo arrivo sulle coste d'Italia; ma Dionigi d'Alicarnasso riferisce clic ai di suoi, nel 11 secolo dell'éra cristiana, vi si mostrava uria pillerà, o tazza votiva, in bronzo, recatile ni lettere antichissime il nome di Enea quale 0fjcrtoU
   Non sono molti anni, in un campo vicino alle rovine del ti in piti ed appartenente al suddetto barone Itracco, fu scoperto forliiitaineiile, facendo uno scavo, uu deposito ragguardevole di grandi ¦ire, marmoree perfettamente intatte e disposte accuratamente a strati. Erano esse, non lia dubbio, le lastre elle abbiamo detto più sopra divelto dal tetto del (empio c l obate dal censore 0. 1 ulvio Fiacco, restituite poi per ordine del Senato romano. Esse furono puf disperde (pia e là e vendute la più parte ai marmisti. Sene veggono alenile nel .Museo provinciale di Catanzaro e a C.otronc nei palazzi Da racco e Lucifero.
   Il santuario del promontorio Licinio era, nei tempi antichi, il tempio per eccellenza (in greco Mim) di tutte le popolazioni adiacenti, donde il nome vigente tuttora di capo dì Nati insieme a ipudlo di capo delle Colonne.
   Col trionfo del Cristianesimo il tempio di (iiunone non fu distrutto, ma trasformato iri chiesa della Madonna e nella cattedrale di Cutrone si venera ancora al dì d'oggi una Mattonila del cairn delle Colonne, la cui cappella va ornata di inulti e ricchi ex-voti e di cui celebrasi la festa nel maggio. Citi fece distruggere il tempio fu, come abbiamo visto, il vescovo Antonio Lucifero al principio del secolo XVI per rostruire il suo palazzo vescovile a Coirono,.
   Un piccoli arcipelago d'isolotti, simile a quello delle Strofadi sulla costa Opposta del Peloponneso, sorgeva anticamente dal mare davanti e a jjtialclie distanza dal capo delle Colonne. Plinio viene così dnumerando questi isololti ora scomparsi Primieramente l'isola dei Iiioscuii, situata a 10 miglia l'ornane (circa 15 chilometri)al largo del promontorio; poi l'isola di CalipsèJcosiiletta penile ipoteticamente idenlilìcala con l'O^mia favolosa dellTM/sssa, Vombilieo del mare ove dimorava la ninfa
   E; '
   Cilipso figliuola di Atlante; e filialmente tiri, Eranusa e Meloessa: questi tre ultimi isolotti dovevano essere meri scogli. Questo arcipelago mii roscopico, ricordalo da Plinio e dal pseudo-Scillace, T'ora scomparso, subissato nel marcila una di quelle convulsioni della crosta terrestre (die devastano cosi di frequente e in modo così spaventoso le Calabrie, la lena classica dei lerremoli.
   3. Cupo Cimili e capo Ilizzulo. — Se dalla vetta del capo delle Colonne ci volgiamo a sud, lo sguardo segue la costa che si prolunga in direzione da nord-nord-e.st a sud-sud-ovest formando un'ampia curva della lunghezza di circa 10 chilometri sino alla prima punta del rapo Cimiti. Questo capo, làzzari amente biforcato, occupa il centro della sporgenza quadrata che forma, oltre il rimanente della costa del lirnzio nel Jonio, il massiccio del monte Clibanas degli antichi, ora colline d'Isola, che separano il golfo di Taranto dal golfo di Squillace.
   Il capo delle Colonne sta all'estremità settentrionale del fronte di codesta sporgenza, o protuberanza che dir si voglia, ed alla sua estremità meridionale il capo Lizzato altri 10 chilometri oltre capo Cimiti segna l'ingresso del golfo di Squillace, di cui il capo di Stilo termina l'ampia cuna a sud-ovest. La costa, che si è prolungata in linea retta dal capo Cimiti a capo Lizzato, piega allora repentinamente e torna a ovest sino alla foce del fiume Tacimi per dare princìpio: al nuovo golfo.
   < Strabone, osserva qui il Lenormant, pone in questa por/ione de) litorale i tre promontori dei .lapigii. Il capo Cimiti e il capo lìizzuto sono al fermo compresi in