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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   1)0 l'urla Quarti — Italia Meridionali!
   incontrano città di qualche importanza. Dalla punta di Fiunionicà proseguendo verso sud-ovest, Incontra®! la punta dell'Alice, il celebre capo delle Colonne, il capo Cimiti, il capo Ilizzuto, ove ha principio il gran golfo di Squillaee ; la marina di Catanzaro, quella di Noverato e la punta di Stilo, limite meridionale del golfo e della provincia di Catanzaro. Lungo tutto il litorale jonico scorre la linea ferroviaria Taranto-Reggio Calabria.
   Promontorii e capi. — 1. l'unta dell'Alice. Varcato con quest'ultima ferrovia il torrente Fiuiuenicà, si lasciano a sinistra i due capi detti l'unta Fi/tmcnicà e l'unta dell'Alice, l'antico capo Crimisa uve sbarcò Filettate dopo la guerra di Troja
   fondandovi, secondo la leggenda, la piccola città di Crimisa, che ai tempi di Strabone più non esisteva. Poco lungi da questa città antichissima, sulhi punta del capo Crimisa, sorgeva il tempio d'Apollo Alios, il dio nazionale di Rodi, e il suo sito è certo, posciachè tutte le testimonianze concordano nell'affermare che sorgeva alla estremità del capo, vale a dire, verso il punto ove s'innalza ora la torre dell'Alice.
   Quanto alle rovine di Crimisa, poco apparenti ma certe, come afferma il Len Orman t, un erudito calabrese di molta vaglia, il signor Marincola-l'istoja, direttore del Museo provinciale di Catanzaro, le ha rinvenute al piede delle alture di Ciro dalla parte sud, ad alcuni chilometri dal mare e presso il fiume detto anch'esso anticamente Crimiaa, ora Lipudo.
   La punta dell'Alice, che forma, coll'opposto capo di Santa Maria di Leuca, i punti estremi del gran golfo di Taranto, vuoisi derivi il nome dalle squisite acciughe, dette anche alici, che si pescano nelle sue vicinanze.
   2. Capo delle Colonne o di Nao. — Cosi denominato dalle colonne del tempio di Giunoni Lacinia (llera Lacinia), di cui ne sopravanza ancor una, è l'antico Promontori um Lacìnia»!, che staccasi dalla costa per addentrarsi o chilometri circa nel Jonio, con una piccola insenatura ben riparata e un ancoraggio detto l'orto Berlingieri, dal nome di una nobile e ricca famiglia di Cotrone. Il dorso del promontorio forma 1111 bel pianoro triangolare, largo 1800 metri alla base e circa 400 alla sua estremità, inclinato in dolce pendio. Nel centro una depressione ben annaffiata, coti piantagioni alternantisi coi pascoli e parecchie case di campagna, hi cui alcune delle ricche famiglie di Cotrone recansi a villeggiare nell'estate.
   11 Tempio di Hera Lacinia.
   Attcstano concordemente I.iviu, SciUaee, Strabone, Dionisio, Periegete ed lusiadi) che sul Capo delle Colmino sorgeva il celebre tempii) di llera o Giunone Lacinia, ilctlu ila bìvio nobile teiiiplum in urbe (Cotrone) nolAhtts, e ili vero in tutta la Magna Grecia non svisivi un altro tenipiu d'ugual l'ama o spillili, L'epoca della sua l'uiiduzione ò ignota allatto, Virgilio allude ad esso ni quél verso
   del ili dvll'Eneide: . . ,.,..,.
   Poscia a rincontro di Lacinia il tempio
   ìli leuqio del viaggio di Elica ; e Dionisio afl'crnia die vi si conservava sempre lina lazza ili bronzo olici la dall'eroe troj;iuo. Alcune leggende attribuivano la sua fondazione ail Ercole, allie ti Laniiio o Lucimi, clie ilieevasi vi dimorasse quando l'u visitalo: ila Ercole c. da cui il jjroinuiilorio derivò il nome; altre leggende dicono die il promontorio, col sacro bosco, furono un dono ili'feti a Giunoni»
   Codeste leggende si possono considerare come significanti die il tempio non ululava debitore della sua fondazione ai coloni greci di Crolona, ma die vi esisteva anlerìoniieiilc un edilizio saero od almeno un luogo consacralo d'origine pclasgìca.
   Il tempio ili Giunone divenne la scena di una granile assemblea annuale ili tulli gli llalo-Grcei, nella quale facevasi una processione in onore della dea, a cui ollrivaiisi ricali doni, e questa l'està porgeva occasione ai Greci delle citl.i adiacenti di l'ai pompa della biro iiiagiiiiìceuz:i, I 'interno del tempio andava ornalo di dipinti eseguili per urdiiiedci (ioloiiiati a piffli'lichc spse e ili ijucsii il più rinomato era lineilo à'Ema di Troja di mano del Palladio ddl'aiiliclnli, il famosissimo Zeusi, a cui l'u concesso, per eseguirlo, di scegliere a niodellu cinque delle vergini più avvenenti della cilla.