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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni dui Circondario di Palmi
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   Seniinara, al paro di tanti altri luoghi della Calabria, fu devastata dal terremoto memorando del 1783, e in vicinanza di essa se ne scorgono ancora le traccio. La prima scossa formò 1111 baratro pieno d'acqua, profondo 1 C> metri e lungo 540, detto ti Lago del Tolfilo. Un grande uliveto scivolò nella valle alla distanza di 60 metri e il fiumicello che si versa nel Marra cambiò il letto ili quello in cui scorre tuttora.
   Ma sentiamo il Betta, che nel libro 19 della sua Storia d'Italia ne tratta pm per minuto; < Doloroso fato oppresse Seminal a, città bella per sito e per l'industria degli nomini. Dalle più umili alle più magnifiche case, dai luoghi più profani ai più sacri non s'incontravano più, dopo il terremoto del 5 febbraio in quel desolato paese, che o rovine compiute o fabbriche rovinevoli ridotte in miserando rottame o disperse da quell'irresistibile turbine sotterraneo. Dai cupi abissi sorse tale un soqquadro che quello, che bellissimo era a vedersi, orrido divenne e spaventosissimo.
   < Aveva Seniinara due secoli innanzi provato per battaglie atroci tutto il furore dei pazzi uomini intenti ad ammazzarsi: suonò pel mondo allora il nome del gran capitano Gonsalvo. Ma ora da più fiero nemico fu percossa, nemico venuto dai cavi spechi della mal composta terra. Ivi un terreno era sopra un'erta che ai padri Pao-lotti si apparteneva. Di lassù, avvallando lo sguardo, si vedeva sotto un orrendo e mostruoso rivolgimento di terra. Un pendio s'inabissò ed iu una profonda valle tras-mutossi. Un tenimento, che sul pendìo sorgeva, rimase di sbalzo gettato per la distanza di G00 in 700 passi su di un altro terreno che al dì là della valle giaceva, dove si vedevano le viti, le fabbriche e gli alberi confusamente giacenti e di lancio dalla propria sede divelti. Pel contrario nella contrada della Nunziata saltò fuori dal seno della terra un monte e questo monte fu una massa enorme di creta concacea >. Seniinara fu visitata di bel nuovo dal terremoto nel novembre 1894.
   Uomini illustri. —Parecchi ne vanta Seniinara, fra gli altri i seguenti: Antonio Spinelli, Barbiamo, Benedetto di Leone, Domenico Cianciaveso e il medico Sopravia. \ i nacquero anche Francesco Grimaldi, filosofo rinomato, morto in fresca età, e il marchese Domenico Grimaldi, nato nel 1735, morto il 5 novembre 1805 a Peggio Calabria, lasciando fama di economista di grido.
   Coli, elett. Palmi — Dioc. Mileto — P2 e T. locali, Str. ferr. a Palmi.
   Melicuccà (2572 ab.). — All'altezza di 803 metri sul mare, a 6 chilometri a sud da Seniinara, con territorio ferace di granaglie, vino, olio, frutta, foglia di gelso e agrumi.
   Coli, elett. Pallili — Dioc. Mileto — P» e T. locali, Str. ferr. a Palmi.
   Mandamento di SIN0P0LI (comprende 5 Comuni, popol. 10.376 ab.). — Territorio in monte e in colle, bagnato dal Torbido, dal Duverso e altri confluenti del Mano, assai fertile in cereali, vino, frutta, foglia di gelso, cotone e pascoli con bestiame abbondante. Si dice che si sia trovato nei tempi passati del mercurio e vi è pure una cava di marmi.
   Sinopoli (3111 ab.).— Siede all'altezza di 502 metri sul mare, a scirocco e a 16 chilometri da Palmi e a 38 a greco da Reggio, sopra una collina al piede nord-ovest dell'Aspromonte e sotto i cosidetti Piani di Aspromonte (1180 ili.). È cinto di mura ed ha una chiesa collegiata. Molte fabbriche e negozi da olio d'uliva e di bestiame. Una frazione sottostante ha nome Sinopoli Inferiore e Sinopoli Vecchio.
   Cenni storici. — Come attesta il suo nome, Sinopoli è d'origine greca, ma non è noto da quale colonia sia stata fondata. Fu a capo di una contea appartenente ai Ruffo, principi di Scilla, divenuti poi duchi. Anch'essa fu devastata dal terremoto del 1783.
   Coli, elett. Bagnara Calabra — Dioc. Mileto — P2 e T. locali, Str. ferr. a Bagnara.
   Cosoleto (1429 ab.). — All'altezza di 415 metri sul mare, a 5 chilometri a nord-est da Sinopoli, sulla sommità spianata di una collina, con ampio ed ameno orizzonte e, più al basso, la frazione di Sitizano e l'altra d'Acquaro, in luogo quasi alpestre.