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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
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l'arte Quarta — Italia Meridionale
Il geologo Dolomieu, nella sua npera: Sur le, tremhlemcnt de terre de la Calabre (Roma e Parigi 1874), narra il seguente commovente episodio: « A Terranova, nel convento degli Agostiniani, quattro monaci, ch'eransi ricoverati nella sagrestia, non erano rimasti uccisi per non averla vòlta ceduto al peso delle macerie. Ma non aveavi alcuno che potesse porger loro soccorso. D'oltre cento monaci, che trovavansi nel convento al sopraggiungere del terremoto, un solo era riuscito a porsi in salvo, la mercè della sua forza straordinaria, la quale lo aveva abilitato a sollevar la massa di macerie che aveva schiacciato i suoi compagni. Solo, errante e disperato, egli udì per alcuni giorni le grida dei quattro infelici sepolti vivi sotto la vòlta della sagrestia; le loro voci si spensero a grado a grado e più tardi, quando furono sgomberate tutte le macerie, furono rinvenuti i loro cadaveri abbracciati in un gruppo >.
Uomini illustri. — Questo Comune diede i natali al poeta Francesco di Terranova.
Coli, elett. Cittanova — Dioc. Qppido Mamertina — P3 e T. locali, Str. ferr. a Gioja 'l'auro.
Mandamento di SEMINARA (comprende 2 Comuni, popol. 7480 ab.). — Territorio in colle e in pianura, bagnato dal torrente Galera, contiuentc del Petrace o Marro, fertilissimo in olio e vino di buona qualità, granaglie, frutta di varie specie, foglia di gelso, ecc. Boschi che dànuo legname da costruzione e da ardere. Pingui pascoli con bestiame grosso e minuto.
Seminare (4908 ab.). — Siede all'altezza di 321 metri sul mare, a 5 chilometri al sud-est da Palmi e 38 a greco da Reggio, in aria saluberrima, in collina, che va digradando nella pianura sottostante e con veduta stupenda del golfo di Gioja. Chiesa collegiata vasta e di bella architettura, con due altre chiese parrocchiali. Case private di bell'aspetto ed a! cu ne costruite con buon gusto. Ospedale e Monte di pietà d'antica fondazione, con una rendita complessiva di circa 23.000 lire. Fabbriche d'olio, di paste alimentari, di saponi; industria serica assai diffusa.
Cenni storici. — I cronisti calabresi, fra i quali il Morisani, tennero che Seminara sia sòrta sulle rovine di Taurianum (Traviano), città sulla costa occidentale del Bruzio, presso la foce del Metaurus (ora Marro). Il suo nome è registrato da Pomponio Mela, che la pone fra Scilla e il Metauro. Il perchè essa era probabilmente situata a sud del fiume, mentre la città ili Metaurum (di cui abbiami detto nell'introduzione, alla provincia di Reggio) stava sulla sponda nord. In seguito sparisce ogni traccia di quest'ultima; ina il nome di Tauriano rinviensi sempre india Tavola l'eutingerianu, la quale la pone a 37 chilometri da Vibo Valentia (od Ipponio, ora Monteleone). Negli ultimi anni dell'Impero romano divenne sede vescovile e tale si rimase sino al tempo di Gregorio VII, in cui era in piena decadenza. Le sue rovine scorgonsi però Sempre in un luogo detto Traviano ed è erroneo perciò che sopra di esse sia sòrta (come vogliono i cronisti calabresi succitati) l'odierna Seminara. La quale fu distrutta dai Saraceni nel secolo XI e riedificata nel successivo. Diede il suo nome nell'istoria a due battaglie di Seminara, combattute nella pianura fra essa e il Marro.
Nel 1495 l'esercito di Ferdinando II, sotto Gonsaho di Cordova, vi fu sconfitto da quello di Carlo VIII sotto il D'Aubignv. Ferdinando versava in pericolo imminente potessero caduto da cavallo; Giovanni d'Altaninra accorse galoppando in suo aiuto, pose il re sul proprio cavallo e cadile trafitto da molte lancio e spade. Il 21 aprile 1503 un'altra battaglia fu combattuta nel medesimo campo fra il D'Aubignv ed Ugo di Car-dona, uno del migliori generali di Gonsalvo di Cordova; l'esercito di Luigi XII di Francia toccò una sconfitta solenne e il D'Aubigny fu costretto a riparare fuggendo ad Angitola.
Sullo scorcio del secolo XV Ferdinando II diede Seminara in feudo agli Spinelli e, in capo a circa un secolo, Scipione Spinelli, stretto dai debiti, l'olii i in vendita per 100.000 ducati al conte di Sinopoli- ina gli abitanti riuscirono, mediante mi contributo, a riscattarsi. Coll'andar degli anni però gli Spinelli ricuperarono gli antichi diritti.