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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   Mandamenti e Comuni del Circondario di Palmi
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   (imi ni storici. — Jatrinolì era aiiticaniente un feudo dei Grimaldi e fu distrutto dal terremoto del febbraio 1783.
   Coli, elett. Citta no va — Dioc. Mileto — P2 e T. locali, Str. ferr. a Gioja Tauro.
   Moloclno (1)500 ab.).— A 314 metri d'altezza sul mare, a 6 chilometri a sud da ltadicena, alle falde dei monti, con territorio bagnato dai torrenti Barri e Cerasia, che vanno a versarsi nel Marro sotto Terranova, e producente olio, vino, frutta di ogni qualità e foglia di gelso, con pascoli. Torcili da olio, fabbriche di paste alimentari.
   Anche Moloclno, come tanti altri paesi della Calabria, fu rovinato dal terremoto del febbraio 1783.
   Coli, elett. Palmi — Dioc. Reggio Calabria — P3 e T. locali, Str. ferr. a Gioja Tauro.
   Terranova Sappo Minulio (1300 ab). — All'altezza di 260 metri sul mare, a 5 chilometri al sud da Radicena, in altipiano, presso la sponda sinistra del Marro, con territorio angusto ina fertilissimo e producente particolarmente granaglie, olio, vino, agrumi, frutta, foglia di gelso e cotone; bachicoltura e setifici.
   Cenni storici. — Fu anticamente un feudo dei Grimaldi, che l'acquistarono per 28.000 scudi ed era una delle più belle ed importanti città della Calabria, quando fu distrutta in modo orrendo non meno che singolare dal memorando terremoto del 5 febbraio 1783. Jl Botta descrive ampiamente la sua distruzione nel libro 49 della sua Storia; ma meglio assai il Lenormant, nella sua opera recente La Grande Grèce, volume III. È un episodio tragico di quella granile catastrofe tellurica, che non ha paragone nell'istoria dell'Europa, non eccettuato il famoso terremoto di Lisbona.
   « In verun luogo, dice dunque il Lenormant, si vide mai uno sconvolgimento più compiuto di quello di Terranova; in niun luogo avvenne distruzione più compiuta, con circostanze più singolari. Situata davanti uno dei colli che permettono di superare l'Apenmno per passare dal pendìo tirrenico al jonico, scendendo a Gerace, la piccola città di Terranova, che non è ora che un grosso villaggio, aveva avuto, al principio del secolo XVI, una grande importanza strategica. Là, nel 1501, Stuart D'Aubigny aveva pienamente sconfìtto Ugo di Cardona, volendo impedire all'esercito spagnuolo divenire a sbloccare questa città; egli aveva perduto, nel 1503, la seconda battaglia di Seniinara (di cui diremo più innanzi), che espulse definitivamente i Francesi dalla Calabria; Gonsalvo di Cordova era stato fatto duca di Terranova da Ferdinando il Cattolico.
   < La città era edificata sopra tre burroni profondi, all'estremità di una pianura, signoreggiata da una montagna. Nelle prime scosse del 5 febbraio 1783 porzione del suolo della città scivolò sul pendìo di uno dei suddetti burroni, trascinando con se, nel rovinìo, le case che vi erano sopra e i citi rottami, misti al terreno franato, ingombrarono la valle. In altro punto della città il terreno fu squarciato in tutta la sua altezza da una fenditura perpendicolare; una delle sue due metà si staccò e cadde come una grande massa nella gola che schiudevasi sotto. Di tal modo le case precipitarono verticalmente in un baratro 100 metri profondo, colmato in parte dalle macerie. Dei 2000 abitanti di Terrano\a 1400 furono schiacciati o sepolti sotto le macerie. Tutti però non perirono. Alcuni caddero in piedi e poterono perciò porsi in salvo scavalcando le ro\ine; altri, sepolti soltanto sino alle coscie od al petto, riuscirono, con nn po' di soccorso, a sprigionarsi. Le rovine della città e gli scoscendimenti dei colli chiusero il varco alle acque di un fininicello ed a quelle d'una sorgente copiosa che scorreva in fondo ad un'altra gola, sì che forinaronsi (Ine laghi, le cui acque stagnanti ed inquiniate dai cadaveri e da detriti organici d'ogni fatta, sparsero 1 infezione nel paese ed uccisero, con febbri putride, il rimanente della popolazione scampata al disastro. In tutti i dintorni sull'orlo delle valli frane e scoscendimenìi immani. Tutta la pianura davanti Terranova era screpolata. Iu certe parti non rimaneva più un palmo di terreno che si potesse dir stabile e sodo >.