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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
Mandamenti e Comuni del Circondario di Palmi
8'5
Scido (1285 al).). — All'altezza di 400 metri sul mare, a 10 chilometri a libeccio da Oppido Mamertina, in situazione amena e salubre, in collina, con abitazioni di aspetto rusticano c territorio ferace, principalmente in granaglie, con bestiame. Fu distrutto intieramente dal terremoto del 1783. Coli, elett. Palmi — Dioc. Oppido Mamertina — P3 e T, a Delianova, Str. ferr. a Bnjnara Calabra.
Tresilico (1354 ab.). — A 300 metri d'altezza sul mare, a un chilometro a nord da Oppido Mamertina, in pianura e in clima poco salubre, con chiesa collegiata e un'opera pia per doti ed elemosine, col reddito annuo di circa 500 lire. Granaglie, olio, vino, frutta, foglia di gelso e bachicoltura. Anche questo villaggio fu molto danneggiato dal terremoto del 1783.
Coli, elett.. Palmi — Dioc. Oppido Mamertina — Pa e T. ad Oppido Mamertina, Str. ferr. a Gioja Tauro.
Varapodio (2965 ab.). — A 210 metri d'altezza sul mare, a 4 chilometri al nord da Oppido Mamertina, in situazione bassa e insalubre, ma con territorio in collina in parte e feracissimo, principalmente in granaglie, olio, vino, frutta di varie sorta, foraggi, legname e non manca il bestiame.
Cenni storici. — Varapodio è uno dei molti villaggi del mandamento di Oppido Mamertina che serbarono la loro denominazione greca; gli altri addimandansi .latrinoli, Zurganadi, Pedavoli, Paracorio, ecc. E anche Varapodio fu grandemente danneggiato dal terremoto del 1783.
Coli, elett. Palmi — Dioc. Oppido Mamertina — P2 locale, T. e Str. ferr. a Gioja Tauro.
Mandamento di POLISTENA (comprende 3 Comuni, popoL 16.145 ab.). — Territorio in monte e in piano con ondulazioni leggiere, bagnato dal torrente Geropotamo o Jeropotamo, tributario del Metramo, feracissimo e producente ogni sorta di cereali, olio, vino, frutta squisita e foglia di gelso.
Polistena (8112 ab.). — All'altezza di 238 metri sul mare, da cui dista 17 chilometri, 27 a nord-est da Palmi e 66 da Reggio, in amenissiuia situazione, presso le faille occidentali della Serra, con ampia veduta del mare da capo Vaticano a capo del Faro, già Peloro. Notevole principalmente il magnifico corso Vittorio Emanuele, aperto nel 1862, lungo quasi mezzo chilometro, il quale divide la città in due parti da est a ovest. Opera pia del 1780, con un'annua rendita di 3924 lire. Torchi e negozi da olio, mulini, fabbri, calzolai, falegnami, sarti in gran numero.
Acque minerali. ¦— Sgorga nel territorio una sorgente che versa in un giorno 70.000 litri d'acqua solforosa, prescritta per bagni.
Cenni storici. — Secondo la tradizione, la vecchia distrutta Polistena, che sorgeva poco lungi dall'odierna, fu edificata dagli imperatori d'Oriente ed abbellita da Federico II Hohenstaufen. Nel medioevo fu un feudo dei Milano-Franco d'Aragona, marchesi di San Giorgio e formava il cosidetto Principato di Polistena. Nei suoi dintorni, e precisamente presso il torrente Varale, clic scorre poco lungi a nord-ovest della città, fu combattuta, nel 1503, una battaglia sanguinosa, in cui i Francesi, sotto il comando del generale D'Aubignj, furono sbaragliati dagli Spagnuoli, capitanati dal celebie Consalvo di Cordova.
L'antica Polistena fu distrutta intieramente dall'orribile e memorando terremoto del 1783 ed ecco come il Botta, nel libro 49 della sua Storia d'Italia, vien narrando quell'immane catastrofe: < Polistena, vaga città sulle sponde del Jeropotamo, non fu più, demolita di maniera che i tetti rimasero nabissati e le fondamenta cacciate fuori dal loro sotterraneo cavo: tutta sossoprafu messa uè mai più informe ammassamento di rottami sì presentò agli occhi degli uomini spaventati che quello della distrutta Polistena >.
< Quando da sopra un'eminenza — scrive il Dolomieu — io vidi le rovine di Polistena, quando io contemplai i mucchi di pietre che non hanno più alcuna forma,