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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258
Mandamenti e Gammi iM Circondario ili Corneo
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in cui si trova La strada por salirvi ria San Luca misura circa 15 chilometri, a cagione delle molte giravolte nel superare la crina della Serra, 11 cenobio, edifizio quadrato massiccio che vuoisi fondato dai Normanni, è cinto intieramente da 1111 anfiteatro di montagne clic ergonsi perpendicolarmente a ovest 111 una successione di enormi contrafforti, dai quali precipita spumeggiando un torrentello alla destra del convento, origine del liuonainico che sbocca in mare 10 chilometri a nord di capo Bruzzano. Le montagne sono coperte di antiche selve di guercie, elei, castagni e di una varietà particolare di pino di una grande bellezza, detto Pinus Laricio Calabra. Per alcuni mesi dell'anno i monaci sono segregati dal mondo dalla grande quantità di neve che vi cade. Aggiungeremo la leggenda locale, secondo la quale il santuario sarebbe stato edificato per commemorare la sagacia d'un bue, il quale, avendo guidato in quel luogo alpestre e selvatico 1111 principe normanno, dissotterrò con le corna un quadro sepolto della Vergine.
Cenni storici. — San Luca fu un feudo della famiglia Clemente.
Coli, elett. Melilo di Porto Salvo — Dioc. Gerace — Ps, T. e Str. ferr. a Bianco.
Sant Agata di Bianco (853 ab.). — All'altezza di 430 metri sul mare, (la cui dista circa 7 chilometri e a C ad ovest da Bianco, in anfiteatro, sul dorso di un' amena collina e in aria saluberrima. Bella piazza con in mezzo una croce sopra una colonna di pietra innalzata fin dal 1G37. Al principio di questa verso sud sorgeva, in addietro davanti alla chiesa di San Rocco, un arco di trionfo atterrato dal terremoto del 1783. Quest'arco, in un con quello annesso all'antica chiesa matrice, porgeva testimonianza dell'avita floridezza ed importanza del paesello. Vi sorgevano tre chiese: la suddetta matrice sacra a Sant'Agata, quella di San Rocco, ora distrutta, e quella di San Nicola, eli'è la matrice odierna, subentrata all'antica abbandonata.
Nel territorio, ferace e copioso di acque, prosperano i cereali, l'ulivo, la vite, il gelso, gli alberi da frutta, fra cui anche l'arancio e nella selva Facciuol abbondano alberi fruttiferi di varie specie. Di questo paesetto scrìsse Vincenzo Tedesco in 1111 opuscolo intitolato: Memoria sui luoghi antichi e moderni del mandamento di Bianco.
Coli, elett. Melilo di Torto Salvo — Dioc. Gerace — P3, T. e Str. ferr. a Bianco.
Mandamento di CAULONIA (comprende 3 Comuni, popol. 17.027 ab.). — Territorio 111 monte e in colle, assai fertile, segnatamente in vino, foglia di gelso, agrumi e frutta. Dicesi che sotto Carlo III di Borbone vi si scoprisse una miniera argentifera.
Caulonia (8633 ab.). — Già Castelvetere, trovasi a 250 metri di altezza sul mare da cui dista circa 7 chilometri e 25 a greco da Gerace, in clima dolce e salubre e in ridente situazione, sopra un colle, sulla destra del fiume Allaro e la sinistra dell' Amusa. Commercio attivo anche per via marittima dei prodotti agrari, principalmente di aranci e limoni.
Cenni storici. — Dell'antica Caulonia, colonia autonoma di Crotona, abbiamo trattato per disteso nell'introduzione alla provincia di Reggio Calabria, e l'odierna Caulonia, che chiamavasi in addietro Castelvetere, credesi di origine posteriore. Vi ha chi tiene però che esplorazioni ulteriori scoprirebbero sulla sponda sinistra dell'Aliare un sito più conforme alle descrizioni degli antichi geograti e a Calamona. a circa 4 chilometri dall'odierna Caulonia e ad 1 dal mare, furono trovate monete sepolcrali ed antichità. Checché ne sia, nei campi vicini alla spiaggia dissotterransi del continuo ruderi antichi, monete, vasi antichi, sepolcri, ecc., e sul monte detto tuttora Caulone, ove cominciavano gli editizi della città antica, scorgonsi gli avanzi dell'antica arx 0 cittadella. Si conserva eziandio un marmo antichissimo che trovavasi sopra la porta Amusa (dal nome del fiume) con lo stemma dei Carafa, ch'ebbero in feudo Caulonia sin dal 1200. A far capo dal secolo XV appartenne successivamente ad Antonio Cen-tellos, a Galeotto Berdacci. a Giacomo Carafa e per ultimo a G. Battista Callosa. Nelle sue adiacenze tro\avansi in addietro parecchi villaggi, di alcuni dei quali, come quelli