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La Patria. Geografia dell'Italia
Provincie di Reggio Calabria - Catanzaro - Cosenza
Gustavo Strafforello
Unione Tipografica Editrice Torino, 1900, pagine 258

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   69 l'arte Quarta — Italia Meridionale
   bone dà il nomo di Monte Bképis (Ivtmki;) e sul quale pone le prime fondamenta della città. Le stesse alture sono separate da dtie burroni, sì da costituire due vette distinte, con sopra ambedue le traccio di antiche fortificazioni: evidentemente le « due cittadelle non guari discoste l'ima dall'altra >, di cui parla Livio nella sua narrazione della presa di Locri per Scipione.
   La città stendevasi di lassù giù pei dorsi delle colline verso la marina ed aveva, senza alcun dubbio, il suo porto alla foce del suddetto tìtunicello Sant'Ilario, quantunque non possa mai essere stato un porto nel senso odierno della parola. Molti frammenti di antiche costruzioni sono disseminati sul sito, male uniche vestigia distinte di un edilìzio antico sono quelle di un tempio dorico, ili cui non rimane che il basamento, ma di cui vedevi) tisi ancora, 111 un periodo recente, parecchie colonne. E ora occupato da una masseria detta il Casino dell' Imperatore, a circa 1 chilometro e mezzo dal mare e pare sorgesse entro le mura antiche, cotalchè 11011 è improbabile che le mine sieno i residui del famoso tempio di Proserpina, che occupava, come sappiamo da Tito Livio, una simile situazione (1).
   I Locrii furono celebrati da Pindaro nelle Odi Olimpiche per la loro devozione alle muse, del pari che per la loro perizia ed il loro valore in guerra, di cui diedero prova nella strepitosa vittoria sui Crotoniati. Nella poesia troviamo menzione di un Xenocrito e di ini Erasippo, nativi ambidue di Locri, come poeti di qualche grido, ed anco la poetessa lirica Teano era probabilmente nativa di Locri Epizeliruv
   Anche hi filosofìa pitagorica f'uvvi avidamente accolta e coltivata, quantunque le autorità respingessero le innovazioni politiche di Pitagora. Ma dei suoi discepoli e segnaci parecchi erano di Locri, primi fra 1 quali Timeo, Echecrate ed Acrione, da cui Platone vuoisi attingesse la conoscenza della dottrina pitagorica. Nè era negletta la coltura di altre arti. Euiwmo andava celebrato pei» la sua perizia nel suonare la cetra e l'atleta Intimo di Locri, che vinse parecchi premi in Olimpia, andava quasi non men rinomato del famoso Milone, crotoniate.
   II territorio di Locri, durante la sua floridezza, aveva al fermo una grande estensione. Già abbiamo detto del suo cospicuo ampliamento per Dionisio di Siracusa. Ma innanzi a questo anniento il territorio di Locri era separato da quello di Peggio a sud-ovest dal fiume Halex (ora Alice), mentre i suoi confini settentrionali verso Caulonia erano segnati dal Sagras, identificati generalmente coll'odierno Allaro. Il fiume Putroto di Tito Livio, il quale pare distasse poco dalla città, era probabilmente il Novito. Tucidide fa menzione di due altre colonie di Locri (oltre Ipponio e Medina prementovati) ma mun'altra menzione o traccia se ne rinviene altrove.
   In prossimità delle rovine di Locri sorge ora Gerace Marina, costruita nel ISSO, la quale, per la bellezza delle sue strade, piazze ed edilizi, tende ad emulare la grandezza della sua madre patria.
   (1) Non sono molli anni, presso le rovine del tempio e di Locri furono rinvenute molte monete i] oro (li Filippo ed Alessandro, non coniale ma fuse, e più di recente una collezione di leli-adramme ('i dramme o monete antiche d argento) di [Mito. Credesi appartenessero alla cassa o al tesoro dì \les-sandi'o re d'Epiro che fu sconiilto a ì'timiosftr, ora Mcndocino. Monete coll'epigrafe di Locri furono anche rinvenute a Gerace e molli degli avan/i architettonici hanno un carattere assolutamente gl'eco; ma le iscrizioni Ialine Scoperti» e molli residui di costruzioni romane attestano che lilla ci Uà romana occupo ni seguilo 1 area della greca.